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Tossicodipendenti: studio di neuroimaging dimostra che i messaggi negativi sono poco efficaci

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Tossicodipendenti: messaggi negativi poco efficaci, secondo il neuroimaging

Fonte: Psychology of Addictive Behaviors

Titolo originale e autori: Fukunaga R, Bogg T, Finn PR, Brown JW, Decisions During Negatively-Framed Messages Yield Smaller Risk-Aversion-Related Brain Activation in Substance-Dependent Individuals. Psychol Addict Behav. 2012 Nov 12. [Epub ahead of print]-


I messaggi "negativi" potrebbero non essere efficaci nel persuadere da comportamenti a rischio e pericolosi per la salute, secondo quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Psychology of Addictive Behaviors. Attraverso una tecnica di neuroimaging (fMRI evento-relata), i ricercatori hanno esaminato le aree cerebrali ritenute in grado di mediare l'influenza dei messaggi persuasivi sui comportamenti, in soggetti tossicodipendenti e soggetti di controllo. L'esperimento ha utilizzato una versione modificata dello Iowa Gambling Task (IGT) per includere situazioni positive, negative e di controllo. Nella condizione positiva, entrambi i gruppi hanno mostrato migliori capacità decisionali ed una maggiore avversione al rischio correlata all'attività cerebrale nella corteccia cingolata anteriore (ACC) e nell'insula anteriore (AI).
Nella condizione negativa, invece, il gruppo dei tossicodipendenti ha mostrato performance minori, corrispondenti ad una minore avversione per il rischio, nell'area dell'insula anteriore. Inoltre, solo il gruppo di controllo ha evidenziato un'associazione positiva tra qualità decisionale e maggiore attività correlata al rischio nell'ACC. I risultati suggeriscono che i tossicodipendenti possono avere una ridotta sensibilità neurocognitiva durante il processo decisionale nelle regioni cerebrali coinvolte nella percezione del rischio e dell'avversione, soprattutto in risposta a messaggi di tipo negativo. In altre parole, l'attività cerebrale sarebbe ridotta rispetto ai controlli, e i due gruppi processerebbero in modo differente i messaggi che enfatizzano il rischio di perdita o ridotte prospettive di vincita. I ricercatori sono cauti, tuttavia, nell'affermare che i messaggi positivi siano più efficaci nel ridurre l'uso di droga, ma pongono interessanti quesiti rispetto all'efficacia di campagne che utilizzano messaggi in negativo (per esempio: ‘Just say no'). E' possibile approfondire tematiche relative alle neuroscienze e alle tecniche di neuroimaging sul sito tematico 'Neuroscienze e Dipendenze'.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)