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Trentino Alto Adige: i trentini in vetta all'abuso di alcol

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I trentini in vetta all'abuso di alcol

 L'allarme arriva dal Ministro della sanità che ha presentato la relazione sul consumo di alcol e sui problemi connessi dal punto di vista

sanitario (malattie e ospedalizzazione) ma anche sociale (incidenti e atti di violenza): se cala il consumo di vino, aumenta in modo

esponenziale quello dei superalcolici, soprattutto tra i giovani che in Trentino vantano il poco invidiabile record delle "sbornie". In

aumento marcato l'abuso di alcol tra le ragazze. Ancora una volta la nostra provincia si insedia nelle parti alte della classifica dei

consumatori d'alcol.

Le cifre parlano di un mantenimento delle posizioni, con dati ben al di sopra della media nazionale. A spiccare su tutti c'è il vizio di bere

alcolici fuori dai pasti. Insomma, non è il classico bicchiere di rosso a tavola il problema, quanto piuttosto l'abitudine del 56,1% dei

bevitori maschi e del 21,7% delle femmine di alzare il gomito in qualsiasi momento della giornata. Cifre altissime, superate solo dalla

provincia di Bolzano, con la media nazionale sotto di almeno tre punti percentuale. Questa situazione porta le autorità sanitarie a indicare

un'altidssima percentuale di bevitori a rischio, cioè di abitudinari che sono destinati a diventare alcolizzati cronici.

Questa condizione toccherebbe al 36,4% dei bevitori trentini e al 9,5% delle donne inclini al bere. Non solo. A livello nazionale questa

situazione ha porttao ad un aumento di problemi sociali legati all'alcolismo: al di là del "classico" incidente stradale, cominciano ad

aumentare i casi di omicidi, suicidi e violenze in genere provocati dall'abuso di alcolici. E' su questo aspetto che la relazione ministeriale si sofferma parlando della situazione

trentina: «Nonostante gli indicatori sul consumo di bevande alcoliche risultino in linea con la media nazionale in entrambi i sessi, tutti

gli indicatori relativi ai comportamenti a rischio risultano statisticamente superiori al dato medio italiano». In più, rispetto ad altre

regioni, risulta anche che il Trentino non sia avviato ad una riduzione del fenomeno, come ad esempio sta succedendo in Veneto.

Crea allarme il fenomeno del momento, quello dei binge drinking, vale a dire quel vizio di bere diverse unità alcoliche (oltre le 6 dicono i

criteri di valutazione) in un arco di tempo molto ristretto con lo scopo, più o meno cosciente, di arrivare alla sbornia che sempre più

spesso degenera fino al coma etilico. Qui il Trentino è al terzo posto, superato in questo poco piacevole record da Molise e Bolzano. I

maschi che passano la serata ad ubriacarsi sono il 24,4% dei bevitori, ma il dato più allarmante è quello della crescita sempre più alta

delle ragazze (il 5,3%).

A conferma, se ce ne fosse bisogno, dei danni provocati dall'alcol anche e soprattutto dal punto di vista fisico, il Ministero nella sua

relazione sottolinea anche l'alto tasso di ospedalizzazione che si registra in Trentino, giusto dietro a Bolzano e Valle d'Aosta, anche se,

in linea con il trend nazionale, il dato è in diminuzione se non altro per le diverse attività territoriali e "diurne" attivate dai vari

centri che combattono la dipendenza, oltre che per la tendenza generale a diminuire il ricorso ai ricoveri


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)