Trentino, dati dell'APCAT: diecimila famiglie lottano con l'alcol
Trentino, dati dell'APCAT: diecimila famiglie lottano con l’alcol
Nei club per chi ha problemi l'età media è di 45 anni. Aumentano i minori
TRENTO- Sono 10.000 le famiglie trentine con problemi d'alcol. A stabilirlo un'indagine del Centro Studi dell'Associazione
provinciale dei club degli alcolisti in trattamento (Apcat). «Questo è l'unico centro in Italia in cui collaborano club e
Azienda sanitaria» precisa Franco Baldo di Apcat. Tra gli obiettivi del Centro c'è la formazione continua degli operatori e
l'aggiornamento: «Nessuna analisi psico-sociale - puntualizza Baldo - cerchiamo risposte concrete per affrontare il problema
dell'alcol diffuso in tutta la provincia». Ed ora, l'obiettivo del Centro e dell'Apcat è coinvolgere i giovani per diffondere
l'educazione peer to peer, il sostegno tra pari.
L'ultima indagine Istat, a quattro mani con l'Istituto superiore di sanità, rivela che in Trentino aumentano i binge
drinkers, vale a dire i consumatori che bevono almeno 6 bicchieri consecutivi. In più, in provincia di Trento si abbassa
l'età media delle categorie a rischio: un quarto dei ragazzi tra gli 11 e i 18 anni beve. Il problema non è nuovo. Il Nordest
è la zona in cui prevale il consumo d'alcol e, di conseguenza, è qui che si cerca di intervenire in modo più articolato. In
Trentino il punto di riferimento per le problematiche collegate all'alcol è l'Associazione provinciale dei club degli
alcolisti in trattamento (Apcat). L'onlus nasce nell'aprile 1986 per coordinare i 165 club presenti sull'intero territorio.
In sostanza, ogni club segue in media sei famiglie, per un totale di mille nuclei.
A mantenere costante l'aggiornamento dei facilitatori Apcat - chiamati tecnicamente «servitori» - c'è il Centro Studi,
istituto nato nel 1988 e dal 2003 parte integrante dell'associazione. «Il Centro promuove la ricerca e lo studio nel campo
sociale gestendo direttamente scuole di formazione; promuovendo attività di aggiornamento e di ricerca in collaborazione con
l'Azienda sanitaria» spiega Franco Baldo, referente Apcat della Vallagarina per anni attivo nel Centro Studi. In sostanza,
dal 1994 il Centro garantisce un'attività di collegamento all'interno dei diversi programmi alcologici territoriali della
provincia. Nel dettaglio, il Centro si occupa principalmente dei percorsi formativi e di pubblicare manuali in collaborazione
con il Servizio di alcologia dell'Apss. «Evitiamo analisi sociologiche o strettamente psicologiche - spiega Franco Baldo -.
Il Centro pubblica ricerche e consigli pratici per rispondere al problema che coinvolge 10.000 famiglie trentine».
Negli ultimi mesi, crescono le iniziative che coinvolgono la nuova soglia a rischio: i minori. «L'età media nei club si è
abbassata- osserva Baldo -. L'età di riferimento ora si attesta tra i 45-50 anni. Purtroppo, però, fatichiamo ancora ad
attirare i giovanissimi». Una soluzione potrebbe arrivare dall'aiuto di giovani educatori, ragazzi formati che possano
aiutare coetanei in difficoltà: «L'educazione peer to peer, tra pari, potrebbe essere una soluzione- propone -. Tra coetanei
c'è più autorevolezza, più credibilità». A Rovereto si è già fatto un primo esperimento nei licei: «Nella settimana di
sensibilizzazione alcuni ragazzi sono stati liberati dalle lezioni e si sono occupati di promuovere maggior attenzione alle
problematiche relative al consumo d'alcol» spiega. La seconda sfida è raggiungere alcune zone grigie: «Il problema dell'alcol
è stratificato in tutta la provincia - chiosa -, ma in val di Gresta e a Serrada di Folgaria non abbiamo nessun club».