Trentino: il 36% dei bevitori a rischio di dipendenza
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I trentini in vetta all'abuso di alcol
Meno vino e più superliquori. Molte le ragazze che alzano il gomito
Il 36 per cento dei bevitori viene considerato a rischio, cioè avviato a una cronica dipendenza
ROBERT TOSIN
TRENTO. L'allarme arriva dal Ministro della sanità che ha presentato la relazione sul consumo di alcol e sui problemi connessi dal punto di
vista sanitario (malattie e ospedalizzazione) ma anche sociale (incidenti e atti di violenza): se cala il consumo di vino, aumenta in modo
esponenziale quello dei superalcolici, soprattutto tra i giovani che in Trentino vantano il poco invidiabile record delle "sbornie". In
aumento marcato l'abuso di alcol tra le ragazze.
Ancora una volta la nostra provincia si insedia nelle parti alte della classifica dei consumatori d'alcol. Le cifre parlano di un
mantenimento delle posizioni, con dati ben al di sopra della media nazionale. A spiccare su tutti c'è il vizio di bere alcolici fuori dai
pasti. Insomma, non è il classico bicchiere di rosso a tavola il problema, quanto piuttosto l'abitudine del 56,1% dei bevitori maschi e del
21,7% delle femmine di alzare il gomito in qualsiasi momento della giornata. Cifre altissime, superate solo dalla provincia di Bolzano, con
la media nazionale sotto di almeno tre punti percentuale. Questa situazione porta le autorità sanitarie a indicare un'altissima percentuale
di bevitori a rischio, cioè di abitudinari che sono destinati a diventare alcolizzati cronici. Questa condizione toccherebbe al 36,4% dei
bevitori trentini e al 9,5% delle donne inclini al bere. Non solo. A livello nazionale questa situazione ha portato ad un aumento di problemi
sociali legati all'alcolismo: al di là del "classico" incidente stradale, cominciano ad aumentare i casi di omicidi, suicidi e violenze in
genere provocati dall'abuso di alcolici. E' su questo aspetto che la relazione ministeriale si sofferma parlando della situazione trentina:
«Nonostante gli indicatori sul consumo di bevande alcoliche risultino in linea con la media nazionale in entrambi i sessi, tutti gli
indicatori relativi ai comportamenti a rischio risultano statisticamente superiori al dato medio italiano». In più, rispetto ad altre
regioni, risulta anche che il Trentino non sia avviato ad una riduzione del fenomeno, come ad esempio sta succedendo in Veneto.
Crea allarme il fenomeno del momento, quello dei binge drinking, vale a dire quel vizio di bere diverse unità alcoliche (oltre le 6 dicono i
criteri di valutazione) in un arco di tempo molto ristretto con lo scopo, più o meno cosciente, di arrivare alla sbornia che sempre più
spesso degenera fino al coma etilico. Qui il Trentino è al terzo posto, superato in questo poco piacevole record da Molise e Bolzano. I
maschi che passano la serata ad ubriacarsi sono il 24,4% dei bevitori, ma il dato più allarmante è quello della crescita sempre più alta
delle ragazze (il 5,3%).
A conferma, se ce ne fosse bisogno, dei danni provocati dall'alcol anche e soprattutto dal punto di vista fisico, il Ministero nella sua
relazione sottolinea anche l'alto tasso di ospedalizzazione che si registra in Trentino, giusto dietro a Bolzano e Valle d'Aosta, anche se,
in linea con il trend nazionale, il dato è in diminuzione se non altro per le diverse attività territoriali e "diurne" attivate dai vari
centri che combattono la dipendenza, oltre che per la tendenza generale a diminuire il ricorso ai ricoveri.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)