338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Trento: cresce l'abuso di alcol tra i giovanissimi e le donne

cufrad news alcologia alcol alcolismo Trento: cresce l'abuso di alcol tra i giovanissimi e le donne


Ora anche le ragazze si mettono a bere

TRENTO - I giovani trentini sempre più dediti all'alcool. In una regione che si pone ai primi posti in Italia per il consumo si registrano preoccupanti abitudini legate all'abuso ed alla diffusione di bevande alcoliche. Una tendenza generalizzata, che non risparmia nemmeno le donne, ed inizia ad interessare in modo preoccupante i ragazzi in giovanissima età (undici o dodici anni).
Insomma, se il consumo degli alcolici ha sempre rappresentato una piaga sociale, la situazione attuale appare veramente allarmante, ed il consumo - un tempo in relazione alla produzione vinicola locale - si sta spostando verso superalcolici, birre e apertivi svincolati dalla tradizione territoriale. Inoltre, a dispetto di quanto si possa pensare, ad abusare maggiormente di alcolici sono le persone con un titolo di studio più elevato.


A studiare la tematica, proponendo anche alcuni interventi volti alla responsabilizzazione dei consumatori è Manuela Menghini.
Quanto è diffuso il consumo di alcolici e cosa si beve?
Secondo gli ultimi dati statistici, i giovani dediti al bere sono in progressivo aumento. Inoltre, a dispetto di ciò che accadeva negli anni scorsi, una percentuale sempre più consistente di questi ragazzi sono di sesso femminile.
In generale, possiamo dire che si sono definiti due fattori legati alla problematica sociale dell'alcol: innanzitutto l'assunzione avviene principalmente fuori dai pasti; in secondo luogo, si è affermata una pratica (chiamata «binge-drinking») che consiste nel bere cinque o più bevande a gradazione alcolica in una sola occasione.
Per quanto riguarda la scelta, invece, prevale la birra, seguita dagli «alcolpops» (bevande gassate a bassa gradazione aromatizzate alla frutta) e dagli aperitivi. Agli ultimi posti, il vino ed i superalcolici, o gli amari.


Per quale ragione la pratica del bere è così diffusa?
Vi sono diversi motivi, tra cui l'ambivalenza culturale connessa alle bevande alcoliche. Da una parte si considerano delle bevande della tradizione (ad esempio, il vino), dall'altra se ne conoscono i rischi e le caratteristiche proprie delle droghe (crea dipendenza, alterazione delle funzioni cerebrali e assuefazione). Inoltre si è affermata una sottocultura sociale che ha portato a considerare come accettabili i rischi connessi alla salute. Una frammentazione etica connessa alla convinzione che qualsiasi decisione sia reversibile.


Cosa si potrebbe fare per disincentivare i giovani?
Credo che fare campagne di terrorismo psicologico serva a poco. Per prima cosa è necessaria un'applicazione puntuale della normativa (non si può permettere ai gestori dei locali di servire alcolici ai minori) ed un'informazione capillare sugli effetti e sui rischi correlati all'alcool. Ma queste due iniziative da sole servono a poco: bisognerebbe anche potenziare il capitale sociale del territorio (estendendo la partecipazione ad associazioni, gruppi e comunità) e formare anche gli adulti.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)