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News di Alcologia

Trento: l'alcol, dipendenza come la droga

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L'associazione dei Club organizza campagne informative contro la vendita ai minori e interventi per le famiglie Remo Mengon avverte: anche in Trentino sono i giovani i soggetti più a rischio

TRENTINO

L'Italia, nonostante abbia registrato una forte riduzione dei consumi pro-capite, negli ultimi anni rimane nella cerchia dei 30 paesi maggiori consumatori di bevande alcoliche a livello mondiale. Queste le indicazioni dell'Ossfad (Osservatorio Fumo, Alcol e Droga) dell'Istituto Superiore di Sanità che denuncia però un aumento del numero di consumatori nelle fasce di età più basse con modalità di bere rischiose come il binge drinking, il bere per ubriacarsi.
Remo Mengon, presidente dell'associazione Apcat (Associazione Provinciale dei Club degli Alcolisti in Trattamento Trentino), racconta: «Il Trentino è una fotografia che rispecchia in proporzione situazioni e numeri nazionali. I giovani sono convinti che bere, fumare o assumere sostanze stupefacenti possa aiutare a ritrovare se stessi. Ansiosi di crescere, si sfidano si ovattano in sostanze che, in realtà, possono solo danneggiarli e acuire il loro senso di disagio e la loro insoddisfazione. Ma il male di vivere non avvolge solo ragazzini di dodici-tredici anni, anche ventenni e oltre. Forse dovremmo cominciare a considerare l'alcol, come ha dichiarato l'Oms, una droga e non far leva tanto sul concetto di uso/abuso, ormai superato, ma favorire quello di consumo pericoloso e dannoso che meglio si addice alle diverse categorie della popolazione e situazioni in cui ci si può trovare nell'arco di una vita».
 Il disagio, quindi, la voglia di evasione da un mondo troppo stretto, le angosce esistenziali trovano molte volte un compagno nell'alcol che spesso a propria volta si associa tragicamente e inevitabilmente a incidenti, violenze sociali e famigliari.
Come stimolare le istituzioni a sviluppare iniziative culturali, politiche e legislative capaci di dare risposte a queste sofferenze psicologiche, affettive e relazionali? «La nostra associazione - spiega Mengon - si riconosce nell'approccio ecologico-sociale dell'Aicat (Associazione Italiana Club Alcolisti in Trattamento) promuovendo il Documento di Consenso che propone delle misure di contrasto ai problemi alcolcorrelati. Per esempio il divieto alla somministrazione e vendita di bevande alcoliche ai minori di 18 anni, introdurre negli esercizi pubblici degli orari di consumo di alcol, proporre ambienti e feste alcohol free o introdurre una giornata bianca, senza eccessi ma allo stesso tempo divertente, nelle feste campestri e di paese. Insomma misure che diano un segnale educativo, in un Paese che ha il non invidiabile primato di precocità all'iniziazione all'alcol. I giovani sono i consumatori di domani e se educati oggi possiamo tutti insieme diminuire gli effetti negativi nella società futura».
L'associazione, con gli incontri nei Club a cadenza settimanale, facilita l'interazione ed i processi di cambiamento anche attraverso momenti formativi e di sostegno rivolti alla famiglie. Inoltre cerca di incoraggiare interventi e campagne di educazione, informazione e sensibilizzazione tentando di combinarli con strategie di continuità e coinvolgimento a livello familiare.
Partecipare ai processi di protezione e promozione della salute delle persone, delle famiglie e della comunità anche con politiche di regolamentazione è la meta del futuro: «Non proposte punitive - conclude Mengon - ma obiettivi che lanciano un messaggio a giovani e famiglie. Ai primi vogliamo ricordare che l'alcol fa male, alle famiglie che i club e le istituzioni non le lasciano sole nell'educazione dei figli».