Trento: lo stop agli alcolici scatterà a partire dal 30 dicembre
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Scatta il divieto di somministrare alcol ai minori di 18 anni a partire dal 30 dicembre. È questo l'effetto dell'approvazione di uno degli emendamenti alla Finanziaria presentati dal Pd. Il divieto, che entrerà in vigore nei bar, pub e nelle discoteche, fa già discutere. La categoria, infatti, si divide tra chi è a favore perché è «giusto educare» e chi dice che «è un limite assurdo».
In Trentino attualmente la vendita è proibita nei bar e nei supermercati ai minori di 16 anni. Con l'approvazione, nei prossimi mesi, del disegno di legge sul commercio di Alessandro Olivi, il divieto verrà portato a 18 anni anche nei supermercati. Ma da fine anno entrerà subito in vigore nei pubblici esercizi e le reazioni dei baristi non potevano che essere negative. «Il divieto è solo un palliativo, non è questo il modo di risolvere il problema - afferma Marco Antonucci, gestore del bar Fiorentina - il proibizionismo non ha mai portato a nulla. Bisogna responsabilizzare i ragazzi e far capire loro che non c'è nulla di male nel bere una birra o un buon bicchiere in compagnia, ma non si può abusare con il beerbong».
Per Antonucci i baristi non sono dei pubblici ufficiali e non «possiamo controllare ad ognuno la carta d'identità. Poi capita che quello di 18 anni entra nel bar e ordina da bere per tutti». Contrario anche Walter Botto, gestore del bar Pasi: «È un problema per noi. Come facciamo a distinguere un diciottenne da un diciassettenne a colpo d'occhio? Non possiamo essere noi a controllare e poi anche a rischiare multe. Il controllo deve essere fatto dagli organi preposti».
Il sabato sera il bar Pasi è affollato di ragazzi. «Come posso fare io a controllare tutti uno per uno. La mia dipendente deve andare al tavolo e chiedere la carta d'identità prima di prendere le ordinazioni?» si domanda Botto. Ma non tutti sono contrari al proibizionismo, come Stefano Viola gestore del bar Lodron che si mette nei panni di chi ha figli.
«Come genitore sarei più tranquillo se sapessi che c'è questo divieto nei bar - commenta Viola - per me è una buona norma, è come mettere i limiti di velocità. Se i giovani non sanno darsi dei limiti glieli dobbiamo dare noi. Certo però - ammette Viola - questo divieto ci toglie una fetta di clientela».
Favorevole al divieto anche Rudy Ravagni, gestore del bar Verdi: «È una cosa positiva, perché se sono maggiorenni e si vogliono ubriacare, non è più responsabilità nostra e io mi sento più tutelato. Permettere di bere ai minorenni non è edificante, e poi in America il divieto è fino a 21 anni: non mi sembra ci siano problemi di abuso di alcol».