Trento: ritorna il problema degli sciatori ubriachi
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Duro attacco dell'Associazione contro gli sci club che avrebbero offerto lezioni di sci a basso costo
TRENTINO.it
Basta sciatori ubriachi in pista. E' l'appello dei maestri di sci, che chiedono maggiore vigilanza da parte della polizia e la chiusura dei rifugi in quota quando chiudono gli impianti, per evitare le «discese brille».
Nei prossimi giorni, prima dell'inizio della stagione, ci sarà un vertice tra l'assessore Tiziano Mellarini, le forze dell'ordine e i maestri di sci per definire le azioni da mettere in campo. Gli incidenti più gravi che si verificano sulle piste da sci sono provocati da sciatori ubriachi. Negli ultimi anni, infatti, durante l'inverno, la moda dei cocktail e degli aperitivi si è trasferita dalle città ai rifugi in quota. Con i conseguenti problemi. Ieri, in occasione dell'assemblea annuale che ha riconfermato presidente all'unanimità Maurizio Bonelli, l'associazione maestri di sci del Trentino ha sollevato ufficialmente la questione chiedendo interventi immediati. A parlare è stato Luciano Maturi, presidente del collegio provinciale: "Lo sci non è uno sport pericoloso. In Trentino, ogni 100.000 passaggi sulle piste si verifica un incidente. Un dato confortante. I più gravi, però, sono causati da sciatori ubriachi. Bisogna fare qualcosa".
L'Associazione, in sostanza, chiede ai sindaci dei Comuni interessati di emettere delle ordinanze che prevedano la chiusura dei rifugi che non hanno posti letto quando chiudono le piste. Inoltre, limitare la vendita di alcol nei rifugi dopo una certa ora ed un maggiore controllo sulle piste da parte delle forze dell'ordine. "Attualmente - continua Maturi - si occupano al 99% del servizio di soccorso, mentre a nostro modo di vedere dovrebbero essere come i vigili di quartiere: girare sulle piste e nei rifugi e se vedono qualcuno ubriaco farlo scendere in seggiovia per tutelare la sicurezza di tutti". Il presidente dell'associazione, Maurizio Bonelli, ha sottolineato che "va bene il rispetto delle regole, ma questo non si deve tradurre in uno stato di polizia sulle piste, perché lo sci deve rimanere gioia e divertimento". In ogni caso quello dell'alcol sulle piste non è l'unico problema di un'associazione che, nel 2009, conta 1.529 iscritti e 47 scuole su 47 presenti sul territorio provinciale. Resta sempre il problema dei maestri di sci abusivi che arrivano da paesi dell'Est Europa e del Nord Europa con comitive di turisti e, senza alcuna autorizzazione, danno lezione ai loro connazionali "rubando" lavoro ai maestri trentini, sicuramente più preparati. Ma non solo. Nella relazione il presidente Bonelli denuncia anche una "concorrenza sleale" interna. Ovvero tra scuole di sci e sci club. Si sarebbero verificati episodi in cui alcuni sci club avrebbero dato lezioni a turisti a basso costo, togliendo clienti alle scuole.