Treviso, allarme dell'Usl 9: "sballo" alcolico già alle medie
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Allarme Usl 9: «sballo» alcolico già alle medie
In terza media, un ragazzo su cinque ammette di aver fatto «binge-drinking», ovvero un consumo smodato di alcolici. Questi
almeno i dati riferiti al territorio dell'Usl9, risultato di una ricerca condotta dall'azienda sanitaria su 569 ragazzi di
13-14 anni. Gli stessi che inquadrano come il 48% degli adolescenti faccia uso abituale di alcolici.
L'indagine fa parte di un progetto di prevenzione all'abuso di alcol in gravidanza «Kambio Marcia», seguito da Patrizia
Riscica, responsabile dell'unità alcologica dell'Usl 9. La ricerca ha coinvolto 8 scuole medie nel periodo maggio-giugno
2009. Stefania Bazzo, trevigiana, dottoranda dell'università di Trieste, ha somministrato a tutti i ragazzi un questionario
cartaceo. Ecco i risultati.
Consumo continuativo. Il 48% dei ragazzi interpellati consuma alcol regolarmente. Di questi il 59% sono maschi, il 35%
femmine. La maggioranza degli interpellati (circa 1 su 2) ha dichiarato di bere una volta le mese o meno, ma c'è anche chi
beve 4 o più volte alla settimana (il 5% dei maschi e l'1% delle femmine). Si inizia a bere già a 11-12 anni e si continua
anche nell'adolescenza e in gravidanza. L'indagine, condotta su campioni diversi di donne nello stesso territorio, ha
rivelato infatti che 9 giovani su 10 consumano bevande alcoliche occasionalmente, mentre una su 2 pratica lo sballo.
Abuso. Un ragazzo su 5 fa consumo smodato di bevande alcoliche. Il 28% sono femmine, il 72% maschi. L'abuso riguarda 1
ragazzo su 4 e 1 ragazzo su 8. La frequenza è indicativa. Il 55% dei maschi lo fa meno di una volta al mese, il 26% una volta
al mese e il 19% una volta alla settimana o più. Fra il gentil sesso, il 66% abusa di alcol meno di una volta al mese, una
giovanissima su 4 una volta al mese e il 9% una volta alla settimana o più.
L'identikit. Non è l'essere o meno stranieri a determinare questa abitudine. Dai risultati della ricerca si scopre infatti
che il consumo continuativo (ma non lo sballo) è più frequente nei ragazzi che vivono con un solo genitore. L'abitudine al
bere in casa condiziona la «familiarità» dei ragazzi al bere.
Il convegno. I numeri sono stati presentati ieri da Riscica all'auditorium del Sant'Artemio nel corso del convegno «Alcol e
Giovani» organizzato dal Rotary Club Treviso - Distretto 2060, in collaborazione con la Provincia e con il patrocinio del
Comune di Treviso. «Il consumo di alcol è in allarmante diffusione - dice il prefetto di Treviso Aldo Adinolfi - In questo
campo conta l'intervento della politica e l'educazione a scuola, in famiglia e all'università». L'assessore alle Politiche
sociali del Comune Mauro Michielon, il procuratore Antonio Fojadelli e il vice questore vicario Tommaso Andrea Mondelli
concordano sul cattivo esempio di certi modelli mediatici e pubblicitari. Riscica invece punta sul contesto locale: «C'è
schizzofrenia culturale nel nostro territorio, dove si promuove l'alcol ma al contempo lo si mette al bando. Ed è molto
difficile fare prevenzione nei giovani dove i luoghi di aggregazione sono perlopiù i bar e mancano altri spazi di
socializzazione». - Laura Canzian