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Treviso: annebbiato dall'alcol accoltella l'amico

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Una parola di troppo e spunta il coltello. Uno, due, tre quattro fendenti alla tempia, al collo, all'omero, al polso: sangue dappertutto. A crollare a terra sotto i fendenti è Ronny Brescianotto, 29 anni, nato a Thiene ma residente a Treviso. A impugnare la lama, Stefano Volpi, 47 anni, con casa in via Hermada a Mestre, arrestato dagli agenti della volante 11 con l'accusa di tentato omicidio. Il bilancio della furibonda lite poteva essere più pesante. Solo la fortuna ha voluto che le ferite riportate da Brescianotto fossero meno gravi del previsto. È ricoverato al reparto di chirurgia dell'Angelo, sotto osservazione. La prognosi per lui è di una decina di giorni.
Paradossalmente più lieve di quella del suo aggressore che, nel parapiglia, si è procurato un taglio profondo a un dito di una mano e una volta medicato al pronto soccorso, giudicato guaribile in due settimane.
La violenta rissa, complice lo stato di ubriachezza molesta dell'aggressore, scoppia l'altra sera attorno alle 21 di fronte al bar Tivoli di Corso del Popolo, proprio all'incrocio con via Mestrina. «Quei due - spiega in un italiano stentato, Lin, la moglie del titolare, entrambi cinesi - non erano nostri clienti. Non li avevamo mai visti. Sono entrati hanno chiesto da bere ma non abbiamo servito quello ubriaco che ha cominciato a offendere. Poi mio marito è andato nell'altra sala per controllare l'incasso delle macchinette e io nel retro per le pulizie. A un certo punto abbiamo sentito gridare e abbiamo visto sui tavoli all'esterno il ragazzo tutto insanguinato».
Insieme al 113 chiamano anche il Suem. Medico e infermiere stabilizzano l'accoltellato per trasportarlo d'urgenza in ambulanza all'ospedale. Mentre i poliziotti danno la caccia all'accoltellatore: lo troveranno quasi subito a meno di un chilometro di distanza. È scappato a piedi. Lo raggiungono in via Corridoni davanti alla chiesa di Altobello: nel marsupio legato in vita ha il coltello serramanico utilizzato poco prima e ancora sporco di sangue. Pare abbia bofonchiato una frase del tipo: «Così impara a dirmi che sono vecchio».
Sia Volpi che Brescianotto sono conosciuti dalle forze dell'ordine per problemi legati alla tossicodipendenza: perché si trovassero assieme o si frequentassero non è chiaro. Sembra che con loro ci fosse anche una terza persona.
Ieri mattina la gente che camminava sotto i portici del Corso, si sorprendeva nel vedere sul pavimento una scia piuttosto netta ed evidente di gocce sangue che dall'intersezione con via Mestrina proseguiva ininterrottamente oltre il Cinema Teatro Corso fino a via Costa: erano le tracce ematiche lasciate da Volpi mentre tentava di allontanarsi più in fretta possibile la luogo del feroce diverbio.
Rinchiuso nel carcere di Santa Maria Maggiore, dovrà comparire davanti al gip per l'udienza di convalida.