Troppa gente rovinata: l'azzardo va limitato
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La Regione chiede al ministro degli Interni, Roberto Maroni, di intervenire per garantire la corretta applicazione delle norme che regolano l'utilizzo delle macchine da gioco nei luoghi pubblici. Lo fa con una lettera spedita al Viminale dall'assessore alla Polizia locale. Luigi Ricca spiega: «Il mio assessorato ha ricevuto da più parti segnalazioni sull'esistenza di situazioni dove il confine tra il gioco legale e quello d'azzardo è stato superato. Siamo preoccupati perché lo sfruttamento della propensione al gioco colpisce soprattutto le fasce più disagiate della popolazione».
La richiesta di intervento del Governo nasce dal fatto che le regioni non possono intervenire perché la competenza legislativa esclusiva è dello Stato. Ricca chiede soprattutto di verificare i meccanismi che permettono di moltiplicare giocate e vincite. Strumenti che sollecitano la propensione al gioco e che di fatto «finiscono per rovinare non solo i giocatori ma anche le loro famiglie». L'assessore si è mosso perché ci «hanno segnalato situazioni di non corrette applicazione degli articoli 86 e 110 del T.u.l.p.s. da parte di diversi soggetti, coinvolti a diverso titolo, nell'installazione, gestione ed utilizzo all'interno degli esercizi pubblici degli apparecchi e dei congegni da intrattenimento e da gioco: specialmente se d'azzardo».
La Regione, insomma, chiede al Governo di garantire la trasparenza nell'utilizzo delle macchinette e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici da gioco e di far rispettare i limiti previsti dal Testo Unico perché «se ciò non avvenisse di determinerebbero pesanti ed assai gravi costi e disagi sia individuali sia sociali».
Non si tratta di un allarme generico. Nelle scorse settimane è stato presentato uno studio Ipsad Italia realizzato dal Cnr che analizza il fenomeno del gioco d'azzardo patologico che evidenzia come i piemontesi hanno un tasso di rischio di dipendenza superiore alla media nazionale. In tutto i soggetti a rischio sono 80 mila. Secondo la ricerca nel 2008 il 40,4 per cento dei residenti in Piemonte ha giocato almeno una volta mentre la media nazionale di ferma al 38,3 per cento. Nella fascia di età 55-64 anni, poi, ha ceduto alla tentazione il 63,6 per cento dei maschi (contro il 45 per cento nazionale) e il 36,4 per cento delle femmine (contro il 20,2 per cento).
I più esposti, secondo lo studio, sono gli uomini tra i 25 e i 34 anni, con problemi di dipendenza da fumo, alcol, droghe. Preoccupante è poi la diffusione del gioco tra i giovanissimi (15-19 anni): il 37 per cento dichiara di aver giocato almeno una volta al mese, l'8 per cento quasi ogni giorno. Di fronte a questi numeri e con le segnalazioni ricevute in assessorato Ricca si è mosso per chiedere l'intervento del Governo: «Spero in un intervento risoluto e risolutore del ministro perché attento a queste istanze e sollecitazioni che cercano di migliorale il livello di sicurezza, anche di tipo sociale, esistenti nella nostra società».
Dal canto suo la Regione si è mossa sul fronte della prevenzione. L'assessorato alla Sanità sta organizzato il Gap Tour. Spiega l'assessore, Eleonora Artesio: «È una campagna di informazione che toccherà tutte le province. Un camper presidierà le principali piazze del territorio in occasione di mercati e fiere, funzionando come centro d'ascolto aperto pubblico e come punto informativo dove trovare materiali e richiedere maggiori approfondimenti agli operatori». La campagna prevede anche la messa a disposizione di 180 mila opuscoli, in cui si spiega come la passione per il gioco possa trasformarsi in una dipendenza e quali siano i sintomi della patologia.