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Troppo difficile abituarsi alla vita civile

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Lasci l'Arma e poi muori. Un approfondito studio britannico, condotto dall'Università di Manchester e dal Ministero della difesa, ha analizzato l'incidenza dei suicidi tra ex militari: in alcuni specifici casi, chi ha lasciato l'esercito corre un rischio molto più alto rispetto alla popolazione civile. La ricerca, appena pubblicata su PLos Medicine, è durata quasi dieci anni (dal 1996 al 2005): sono stati studiati 233.803 casi di persone che hanno abbandonato le Forze armate e, di questi, le 224 morti per suicidio.«Lasciare un qualsiasi lavoro», si legge nell'incipit del report, «può essere duro per chiunque. Ma per coloro che lasciano l'esercito, adeguarsi alle nuove circostanze può essere particolarmente difficile. Per esempio, gli ex militari potrebbero incontrare ostacoli per trovare un nuovo lavoro, specie se sono rimasti feriti o mutilati in servizio. Alcuni rischiano di diventare "homeless"; altri si perdono nell'alcol o nelle droghe o soffrono di disturbi mentali come la depressione».
Il suicidio è una delle principali cause di mortalità prematura nella popolazione: lo studio britannico incrocia, per la prima volta, questo fenomeno sociale con una categoria specifica di persone, gli ex militari. Ecco le motivazioni addotte dai ricercatori: «Benché vi siano aneddotici report sull'incremento del rischio di suicidio tra i veterani, nessuno studio di nostra conoscenza ha sistematicamente esaminato il rischio di suicido tra coloro che hanno lasciato l'esercito».
In generale, gli studiosi hanno scoperto che la percentuale dei suicidi tra ex militari non è più alta della media nazionale (popolazione civile). Tuttavia, il rischio tra gli uomini di 24 anni, o più giovani, che hanno lasciato l'Arma è circa due o tre volte superiore rispetto a quello dei coetanei civili o militari ancora in servizio (campione tra 170 e 290 individui); paradossalmente, questi ultimi corrono un rischio di suicidio più basso rispetto alla popolazione civile. Tra gli ex militari a rischio, l'incidenza è omogenea, con picchi nei primi due anni immediatamente successivi al congedo. Tendenzialmente, il rischio è maggiore tra i giovani uomini con un breve periodo di servizio e con un grado inferiore. Al contrario, si registrano meno contatti (rispetto alla media nazionale) tra questi soggetti e gli specialisti di salute mentale: 14% per quelli sotto i 20 anni e 20% per quelli tra i 20 e i 24 anni. Queste le conclusioni del report: «I giovani uomini che hanno lasciato l'Arma britannica corrono un più alto rischio di suicidio, specie subito dopo il congedo. Lo studio non è in grado di dimostrare le ragioni di questo incremento di rischio, ma gli autori suggeriscono tre possibilità principali»: lo stress del passaggio alla vita civile, l'esposizione a esperienze tragiche durante il servizio o una fragilità pregressa all'arruolamento. «La ricerca porta alcune evidenze a sostegno della terza ipotesi - militari inesperti, con un breve periodo di servizio, corrono un rischio particolarmente alto di suicidarsi dopo aver lasciato l'esercito: ciò suggerisce che l'incremento di rischio potrebbe riflettere una vulnerabilità pre-militare».