Tumore al polmone nei fumatori: chi deve fare i controlli, quali e quando?
Tumore al polmone nei fumatori: chi deve fare i controlli, quali e quando?
Un incontro organizzato dalla Lilt cerca di fare il punto sulla diagnosi precoce. Obiettivo: ridurre le morti, perché 7 pazienti su 10 hanno già metastasi alla diagnosi
Con circa 40mila nuove diagnosi ogni anno in Italia il tumore al polmone resta fra i più temibili e letali. Finalmente sono stati compiuti dei progressi importanti nelle terapie , ma l’attenzione degli specialisti è lata anche per la diagnosi precoce di questa malattia che nell’85 per cento dei casi riguardi i fumatori. «Il tabacco è il maggior fattore di rischio per l’insorgenza del carcinoma polmonare a cui, secondo tutte le statistiche nazionali e internazionali, è possibile ascrivere quasi nove casi su 10 – sottolinea Marco Alloisio, presidente della sezione milanese della Lega Italiana per la Lotta ai Tumori, durante un incontro organizzato nei giorni scorsi sul tema -. E il rischio cresce sia con la quantità delle sigarette fumate che con la durata negli anni dell’abitudine al fumo. E’ stato calcolato che le probabilità di sviluppare la malattia aumentano di 14 volte nei tabagisti rispetto ai non fumatori e sono fino a 20 volte superiori nelle persone che consumano oltre 20 sigarette al giorno».
Sette pazienti su 10 già con metastasi alla diagnosi
La strategia migliore per non ammalarsi, dunque, sarebbe non fumare. Ma a giustificare l’elevato numero di decessi che il cancro ai polmoni provoca ogni anno (oltre 33mila solo nel nostro Paese) c’è anche il fatto che si tratta di una neoplasia subdola che spesso non presenta sintomi fino allo stadio avanzato. Al momento della diagnosi, infatti, il 70 per cento dei pazienti si presenta già con una malattia metastatica, inoperabile e le possibilità di guarigione sono esigue. Da anni, per ridurre la mortalità, si studiano efficaci strategie di diagnosi precoce e verificare se sia possibile attuare anche per il cancro al polmone controlli «a tappeto» su tutta la popolazione sana, come è stato fatto per il cancro al seno con la mammografia, quello al colon con il test per la ricerca nel sangue occulto nelle feci e all’utero, con Pap test e test Hpv. Le sperimentazioni fatte sul cancro al polmone (in Italia esistono tre grandi progetti DANTE, MILD e COSMOS), però, prendono sempre in considerazione per lo screening le persone più a rischio di ammalarsi: ovvero i forti tabagisti, che fumano da parecchi anni, e hanno un’età superiore ai 50 anni. E ruotano tutte intorno alla Tac spirale, uno strumento estremamente sensibile che individua lesioni e noduli polmonari anche molto piccoli, ma l’elevato numero di falsi positivi che il test può dare rende indispensabile abbinarla al esami complementari.
Progetto DANTE: la TAC spirale da sola non basta
«Lo studio DANTE (Diagnostica Avanzata per lo screening delle Neoplasie polmonari con Tac e biologia MolecolarE) è partito nel 2001 e ad oggi ha coinvolto circa 2.500 forti fumatori di sesso maschile con un’età compresa tra i 60 e i 74 anni di età – spiega Maurizio Infante, responsabile della Sezione di Ricerca Clinica in Oncologia Toracica di Humanitas e coordinatore dello studio, finanziato dalla Lilt di Milano -. Si è basato in particolare sull’utilizzo della TAC spirale e di test di biologia molecolare sull’espettorato. Lo scopo era verificare se l’applicazione su larga scala di questi test diagnostici potesse aiutare a ridurre la mortalità per carcinoma del polmone nella popolazione generale, ma gli esiti finora disponibili dicono che non esistono prove sufficienti per raccomandare la TAC spirale come procedura di screening di routine nei forti fumatori». Perché uno screening sia approvato, infatti, bisogna valutarne attentamente benefici e costi, che nel nostro Paese vengono poi sostenuti dal Sistema sanitario nazionale che offre gratuitamente il test ai cittadini.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/15_luglio_16/tumore-polmone-fumatori-chi-deve-fare-controlli-quali-quando-f5a87712-2b98-11e5-a01d-bba7d75a97f7.shtml
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)