Ubriachi bruciano le macchine
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Ercolano. «Senza invito non si entra», sarebbe stata questa frase a trasformare un gruppo di giovani non ammessi all'inaugurazione stagionale dello Sciuscià in una banda di piromani. Quando è stato sbarrato loro il passo dagli addetti alla security, avrebbero deciso di rovinare la serata a chi invece era stato permesso di prendere parte alla festa e così, si sono procurati delle taniche di benzina, sono tornati al locale e hanno incendiato cinque auto nel parcheggio. Un'inaugurazione che difficilmente verrà dimenticata quella dell'altra sera allo Sciuscià di Ercolano, dove alle tre del mattino, quando nel locale c'erano ancora decine di ragazzi, un gruppo di teppisti ha cosparso le vetture di benzina e ha appiccato il fuoco. Le fiamme si sono rapidamente estese e sia i proprietari del locale che i clienti si sono precipitati fuori allertati dall'odore di bruciato e dal fumo. Momenti di panico anche perché nella zona si trovavano diversi veicoli alimentati a gpl e si è temuto che il fuoco provocasse uno scoppio. Il tempestivo intervento dei vigili del fuoco ha impedito l'esplosione o che le fiamme lambissero l'edificio. La polizia ha interrogato sia i gestori della discoteca che i clienti ancora presenti. Dalla testimonianza di alcuni buttafuori la prima pista per le indagini. Secondo il racconto degli addetti alla security, a metà serata si era presentato all'ingresso un gruppo di ragazzi di circa vent'anni e apparentemente ubriachi. Hanno chiesto di entrare, ma siccome il locale era già pieno e visto che i quattro sembravano ubriachi, i buttafuori li hanno invitati ad andar via. I giovani hanno insistito, ma i «gorilla» sono stati irremovibili. Dopo una decina di minuti, infine, il gruppetto si è deciso ad alzare i tacchi, e la faccenda sembrava essersi chiusa lì. Ma i giovani avrebbero deciso di vendicarsi tornando alcune ore dopo per incendiare le auto. È questa la pista privilegiata, ma la polizia non tralascia l'ipotesi che si sia trattato di un raid intimidatorio maturato nel mondo del racket.