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«Ubriachi ma capaci di intendere»: per il perito due giovani accusati di un grave delitto sono imputabili

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«Ubriachi ma capaci di intendere»

Per il perito i due giovani accusati del delitto Montemagno sono imputabili
Mirko Nigido e William Saporito, i due giovani di 26 e 22 anni arrestati dalla polizia di Caltagirone per avere massacrato a calci e pugni e

con un tronco d'albero - davanti all'ufficio postale, la notte fra il 31 gennaio e il 1° febbraio scorsi - il 50enne Giovanni «Maurizio»

Montemagno, nel momento dei tragici accadimenti avevano una capacità di intendere e di volere scemata, ma non annullata al punto da renderli non imputabili. E possono partecipare consapevolmente al processo a loro carico.
E' quanto si ricava dalla perizia dello psichiatra Gioacchino Gugliotta (con cui ha collaborato la psicologa Francesca Forti), a cui il Gup

del Tribunale di Caltagirone, Marcello Gennaro, aveva conferito l'incarico - come richiesto dai difensori, gli avvocati Mauro Lombardo e

Morena Cundari - per verificare se, nel momento in cui commisero il selvaggio assassinio, i due imputati erano nel possesso delle facoltà

mentali.
La perizia, depositata venerdì pomeriggio, sarà l'argomento unico dell'udienza di mercoledì 29 giugno. Per entrambi si esclude la sindrome da etilismo cronico che aprirebbe, invece, la strada alla non imputabilità. Per quanto riguarda Nigido, si sottolinea che «l'azione criminosa è senz'altro ancorabile a fasi iraconde e aggressive indotte da etilismo acuto non derivante da caso fortuito o di forza maggiore, ma dalla abituale (non cronica) assunzione di bevande alcoliche, che scemavano grandemente, ma non totalmente, la capacità d'intendere e di volere». E per Saporito si legge nella perizia: «Nel momento in cui commise il fatto, non per causa di malattia psichica, ma per stato di etilismo acuto, presentava una capacità d'intendere e di volere scemata, ma non abolita».
La perizia può avere un ruolo importante nel processo con il rito abbreviato a carico dei due, in cui la difesa si gioca la carta

dell'infermità mentale (che comporterebbe una misura di sicurezza in un ospedale psichiatrico). Opposta la tesi della Procura (pm il

sostituto Sabrina Gambino; parti civili rappresentate dagli avvocati Carmelo Garziano e Roberto Sardella).
«Nei confronti dei due - ribadisce il procuratore Francesco Paolo Giordano - abbiamo acquisito elementi importanti per l'accusa di omicidio

con l'aggravante della particolare crudeltà. Dalla perizia emerge quanto da noi sostenuto e cioè che l'assunzione di alcol non può escludere

la loro imputabilità».
Mariano Messineo


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)