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Ubriaco di colluttorio: neanche il certificato medico lo salva

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Ubriaco di colluttorio: neanche il certificato medico lo salva
Un giovane, fermato per guida in stato di ebbrezza, non è riuscito a farsi assolvere come aveva fatto un rugbista qualche mese fa. Neanche

presentare il certificato medico che provava il dovere di utilizzare un colluttorio dal contenuto alcolico, in vista di un intervento

chirurgico, ha convinto il giudice a non condannare un ventiquattrenne sorpreso a guidare con un tasso alcolemico 3 volte oltre il limite.
Il caso
Un ragazzo di 24 anni, fermato alla guida dell'auto con un tasso alcolemico pari a 1,5 g/l, viene condannato dal gup di Milano al pagamento

di 11 mila euro di ammenda e alla pena accessoria della sospensione della patente per 2 anni. Il giudice ha ritenuto «davvero insolito» che

il ragazzo, durante la festa del paese, abbia effettuato i risciacqui prescritti dal suo medico in un bar, utilizzando il colluttorio che si

era portato da casa. Il colluttorio alcolico lascia tale sostanza nella bocca solo per pochissimi secondi. Il gup, nella fattispecie, oltre a

sottolineare sia la veloce dispersione dell'alcol in bocca a chi utilizza questi colluttori, sia il fatto che il certificato medico

presentato non costituisce una prova idonea, ha, anche, rilevato che il giovane ha ammesso di aver bevuto del vino alla festa. Questo ha

portato alla condanna del giovane automobilista. Qualche mese fa, infatti, in un caso simile, sottoposto all'esame del Tribunale milanese,

era stata presa una decisione diversa: un rugbista, astemio, che aveva bevuto sciroppo e si era sciacquato i denti con un po' di colluttorio

alcolico, era stato assolto.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)