Udine, allarme dell'ACAT: in cura per alcol tanti ventenni
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Allarme alcol, in cura tanti ventenni
L'associazione Acat è al fianco di oltre 600 famiglie friulane nella lotta alla dipendenza. Il presidente: è emergenza giovani.
di Anna Rosso
UDINE. «Giovani e alcol. Siamo di fronte a una reale emergenza. Chiedo a chi è responsabile delle istituzioni e ai politici un impegno
personale e concreto di fronte a una situazione grave che rischia, per molti versi, di compromettere una generazione e, quindi, il futuro
dell'intera società». È l'appello di Franco Boschian, presidente dell'Acat udinese, l'Associazione club alcolisti in trattamento, dopo i
recenti fatti raccontati dalle cronache cittadine.
Il riferimento non va solamente alle grandi bevute in occasione dell'ultimo Friuli Doc (che hanno provocato in decine e decine di giovani
malesseri anche seri), ma soprattutto ai casi in cui adolescenti friulani hanno rischiato di morire. L'ultimo episodio risale solo allo
scorso week-end, quando una diciassettenne è andata in coma etilico durante una festa privata nel Friuli collinare. In un primo momento le
sue condizioni erano parse disperate ai medici. Poi, per fortuna, la giovane ha reagito bene alle cure e si è ripresa.
«Molti giovani intorno ai 20-25 anni e anche trentenni fanno parte dei nostri club - dichiara Boschian - e questo, da un lato, è positivo per
gli interessati che hanno iniziato un percorso "di libertà" che ha grandi possibilità di successo. Dall'altro lato, però, è preoccupante
perché un tempo le persone con dipendenza avevano un'età media decisamente più elevata. In particolare, siamo in apprensione per le ragazze, visto che l'assunzione di alcol, com'è noto, può avere effetti devastanti sul feto in caso di gravidanza».
Tutto questo, secondo il presidente dell'Acat udinese, deve far riflettere. «Ci vuole una diversa attenzione ai problemi alcol-correlati,
troppo spesso sottovalutati. Per esempio, è positivo che il Comune, anche su nostra sollecitazione, abbia recepito la Dichiarazione europea
sui giovani e l'alcol (Stoccolma, febbraio 2001) con cui gli enti si impegnano a "ridurre al minimo le pressioni esercitate sui giovani per
incitarli al consumo (...), con particolare attenzione alle manifestazioni di grande richiamo sociale". Ma non basta. Vanno fatte scelte di
campo conseguenti. E se è certo legittimo sostenere il mondo economico con iniziative varie, è anche vero che visti gli attuali livelli di
allarme non ci dovrebbe essere molto margine di scelta. L'attenzione maggiore dell'istituzione dovrebbe andare ai problemi socio-sanitari,
più che alle grandi manifestazioni».
Infine, Boschian si rivolge agli stessi giovani: «Non abbiate timori di alcun genere. L'Acat garantisce i massimi livelli di riservatezza ed
è disponibile a chiarire anche semplici dubbi (informazioni su www.acatudinese.it oppure www.liberida.it, sede di Udine in via Diaz 60, 0432
25284). L'importante è che i ragazzi siano consapevoli che l'alcol durante l'età evolutiva "brucia" i neuroni e influisce negativamente sullo
sviluppo. E' per questo motivo che ne è vietata la somministrazione ai minori di 16 anni».
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)