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Udine e provincia: alcol alla guida, duemila casi in un anno

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Alcol alla guida, duemila casi in un anno

Sono sempre più severi i criteri di valutazione della Commissione patenti per quanto riguarda i casi di guida in stato di ebbrezza, soprattutto se il tasso di alcol è superiore a 1,5 grammi per litro di sangue oppure se la persona risulta essere “recidiva”. Particolare rigore, inoltre, pure nei confronti dei titolari di patente C, quella che abilita a condurre i mezzi pesanti. E’ quanto spiega il dottor Giorgio Benussi, presidente della Commissione medica locale per le patenti di guida della provincia di Udine e responsabile del servizio di Medicina legale dell’Azienda sanitaria 4 Medio Friuli, illustrando l’attività dell’ultimo decennio degli uffici di via del Pozzo 48.

La Commissione patenti ha il compito di valutare dell’idoneità alla guida di particolari tipologie di utenti: affetti da specifiche patologie, da disabilità motorie, da deficit visivi o uditivi e anche persone che hanno superato certi limiti di età (che cambiano a seconda del tipo di patente) o che devono effettuare una revisione su disposizione dell’Autorità, come è appunto il caso dei conducenti segnalati per guida sotto l’influenza dell’alcol.

Nel 2012 sono state 2238 le visite effettuate per problematiche legate alla guida in stato di ebbrezza, ben il 27,6 per cento del totale. La violazione dell’articolo 186 del Codice della strada (intitolato appunto Guida in stato di ebbrezza) è la prima causa di accesso alla Commissione patenti. Le statistiche mostrano un graduale decremento rispetto agli anni passati - anche grazie ai controlli delle forze dell’ordine e alle pesanti sanzioni previste -, ma i numeri rimangono comunque importanti.

«L’aumento dei casi di recidività associato agli elevati tassi alcolemici (la maggioranza dei guidatori viene sorpresa con alcolemie superiori a 1,5 g/l) ha costretto la Commissione ad assumere nel tempo criteri valutativi più severi» scrive il dottor Benussi nella sua relazione annuale. «Il nostro compito - chiarisce ancora il presidente della Commissione patenti - è valutare la capacità delle persone di guidare senza pericolo. Fondamentale, in questo senso, è il parere del medico alcologo (specialista che sempre siede nelle Commissioni chiamate ad esprimersi sui casi di guida in stato di ebbrezza). Ciò che conta, molto spesso, è “la storia”: per esempio, se uno si vede ritirare più volte la patente per abuso di alcol c’è di sicuro un profilo di pericolosità».

Negli ultimi anni, tra le pratiche della Commissione, sono spuntate anche quelle riguardanti ultrasettantenni “pizzicati” mentre guidavano dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo. «Per noi è una novità - precisa Benussi - perchè fino a qualche anno fa difficilmente venivano segnalate persone con più di 60 anni. Le donne, invece, sono sempre una minoranza e raramente sono recidive. I giovani che incontriamo, solitamente, superano sì i limiti di legge, ma di poco. Anche se non sono mancate le visite di un ragazzo di 17 anni trovato alticcio alla guida di un motorino. E persino di un ciclista».

Dal loro punto di osservazione “privilegiato”, i medici della Commissione patenti hanno potuto notare che il numero di visite per guida in stato di ebbrezza è aumentato enormemente tra il 2004 e il 2008, come conseguenza dell’inasprimento delle sanzioni previste dalla legge e dall’intensificazione dei controlli da parte delle forze dell’ordine. «I guidatori, oggettivamente - osserva ancora Benussi - sono più attenti, perchè sono consapevoli delle gravi sanzioni in cui possono incorrere (sospensione dell’idoneità fino a due anni nella provincia di Udine e confisca anche retroattiva del veicolo). Sanzioni che, senza dubbio, sono un buon deterrente, come confermano anche le statistiche di polizia, carabinieri e vigili urbani».


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)