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Udine, incontro sul tema "Giovani e dipendenze"

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"Giovani e dipendenze"
Si è tenuto oggi il convegno 'Dipende da noi: quando la (in) formazione fa la differenza'. Una ventina i ragazzi che hanno ammesso di aver

fumato una canna e di essersi ubriacati di recente
Chi si è mai fatto una canna? Chi si è ubriacato "di brutto" negli ultimi 15 giorni? Tra la platea composta dai ragazzi che frequentano la

classi quarte e quinte degli istituti superiori di secondo grado del capoluogo friulano una minima parte (circa una ventina di loro) non ha

avuto problemi ad alzare la mano.
È solo un piccolo episodio, apparentemente insignificante, accaduto oggi nel corso del convegno che ha aperto la tredicesima edizione della

settimana provinciale delle solidarietà, l'appuntamento più atteso dell'anno per il mondo delle solidarietà sociali. Una settimana che, come

di consueto, si divide in due momenti: da un lato la 3 giorni di convegni, incontri e workshop tra i maggiori esponenti del settore delle

solidarietà sociali e che coinvolge anche gli studenti al Centro congressi della Fiera. Dall'altro il momento dedicato alle strenne

natalizie: all'interno di Idea Natale infatti anche quest'anno troveranno posto gli stand (72 quest'anno le adesioni) di Idea solidale.
"Dipende da noi: quando la (in) formazione fa la differenza" è il titolo del convegno dedicato alla prevenzione delle dipendenze rivolto ai

giovani. «Un segnale davvero significativo quello di questa sincerità espressa dai ragazzi - ha commentato a margine il presidente della

Provincia on. Pietro Fontanini - segno che farsi uno spinello o bere troppo non sono considerate cose di cui vergognarsi. I ragazzi di oggi

non mi paiono proprio degli sprovveduti: sono pienamente consapevoli delle proprie azioni anche se, purtroppo, sottovalutano o non sono

coscienti dei rischi che questi comportamenti causano».
Nel corso del suo intervento rivolto ai ragazzi Fontanini aveva fatto proprio riferimento all'abuso di alcol, ricordando la Campagna

realizzata dalla Provincia "Mole il bevi".
«I luoghi comuni vogliono il popolo friulano "affezionato" bevitore - ha affermato Fontanini -, questo, in parte, purtroppo, è vero. Un

bicchiere per rendere più sciolta la chiacchierata, più spensierata la serata, per non pensare ai problemi. Ragazzi state attenti - ha detto

Fontanini rivolgendosi alla platea - l'alcol e le altre sostanze che "danno sensazioni forti" sono subdole e vanno evitate perché sono solo

un'illusione: essere più divertenti o trovare il coraggio per superare i problemi sono cose per cui tutti, dentro, avete la forza e il

coraggio. Non servono aiutini. Voi - ha concluso Fontanini - quanto a preparazione scolastica siete ai primi posti delle classifiche

internazionali, ciò significa che siete in gamba e non dovete farvi rovinare da niente e da nessuno».
Una giornata davvero importante per i ragazzi anche per l'assessore alle politiche sociale Adriano Piuzzi, a cui va il merito di aver

organizzato anche per quest'anno l'evento.
«Un occasione in cui le istituzioni possono sedersi attorno a un tavolo e possono parlare con i ragazzi di problemi reali. E per essere

ancora più efficaci - ha aggiunto Piuzzi - abbiamo lasciato a loro la parola: un ragionamento tra coetanei è molto più ascoltato e

convincente rispetto a quanto non possano dire signori "con la cravatta". Quest'anno abbiamo dato molto spazio a esperienze di peer education (giovani che parlano a giovani) e abbiamo avuto delle belle soddisfazioni: massiccia l'adesione (circa 200) di ragazzi che hanno deciso di impegnarsi a fondo sull'argomento per poi parlarne con i propri compagni».
Secondo Francesco Piani, responsabile dipartimento delle dipendenze ASS 4 Medio Friuli che ha moderato l'evento, dai dati raccolti sul campo, oggi l'alcol è tra le prime cause di morte tra i ragazzi dai 16 ai 24 anni: l'eccesso di alcol è la prima causa degli incidenti che li vedono coinvolti. E tra i motivi che spingono a pratiche come il binge drinking (bere per ubriacarsi) non solo la voglia di sballo ma la paura per il futuro, l'incertezza, la fragilità.
«Per questo è importante il ruolo degli adulti - ha aggiunto Fontanini - che non debbono minimizzare ma debbono rendere i ragazzi

responsabili e consapevoli, aiutandoli a capire che l'incertezza e la paura ci sono state per tutte le generazioni, ma la forza per reagire

non va cercata nelle facili scorciatoie oggi spesso proposte dalla nostra società».
Il convegno ha visto anche gli interventi di Giorgio Ros, direttore generale ASS 4, di Manuela Serio, dirigente dell'Ufficio sanitario

Polizia di Stato Questura di Udine, don Davide Larice, presidente del Centro Solidarietà giovani "Giovanni Micesio". Le esperienze raccolte e

raccontate dai ragazzi poi hanno completato l'incontro.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)