Un bicchiere di barolo contro l�ipertensione. E� il legno che fa la differenza (?)
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Il legno di quercia usato per invecchiare il vino rosso rilascia sostanze efficaci per dilatare i piccoli vasi sanguigni e, quindi, per combattere l'aumento della pressione arteriosa. Lo rileva una ricerca tutta italiana
Il barolo invecchiato in botti di rovere è il miglior amico dei vasi sanguigni. Ed è il legno di quercia ad arricchire il vino rosso con sostanze efficaci nel dilatare i piccoli vasi sanguigni e, quindi, nel combattere l'ipertensione. Lo ha scoperto una ricerca italiana pubblicata nell'edizione online dell‘American Journal of Hypertension.
Nello studio, condotto dall'università di Brescia con il coordinamento di Enrico Agabiti Rosei, sono stati analizzati gli effetti di quattro tipi di vino: barolo maturato in barrique, barolo maturato in botti grandi, rosso maturato in botti di acciaio e bianco maturato in botti di acciaio. Per ognuno di essi gli effetti sui minuscoli vasi sanguigni della cute sono stati osservati con una tecnica chiamata micromiografia a fili e utilizzata solo in altri quattro centri di ricerca nel mondo.
"L'ipotesi è che il legno di quercia delle botti rilasci nel vino sostanze antiossidanti, come quercetina e tannino, che si aggiungono agli altri antiossidanti già presenti nel vino rosso", spiega uno degli autori della ricerca, Damiano Rizzoni, responsabile del Laboratorio di biologia molecolare dell' università di Brescia. "Il prossimo passo - aggiunge - sarà identificare tutte le sostanze protettive, isolarle e produrle" in vista di future terapie anti-ipertensione. Nel frattempo si può ricorrere al vino rosso, ma sapendo che per ottenerne i benefici bisogna limitarsi a due bicchieri al giorno.