338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Un lavoro e un'indennità battono droga e alcol

alcol alcolisti droga tossicodipendenti disoccupati detenuti extracomunitari prevenzione lavoro giovani alcolismo

FELTRE. La ricetta anti-ricaduta si chiama lavoro. Ma chi ha un vissuto segnato dalla tossicodipendenza, ha bisogno di solide stampelle per non inciampare alla prima difficoltà. Alla Dumia va il fondo sociale europeo per l'inserimento lavorativo protetto di dodici soggetti svantaggiati. La comunità terapeutica feltrina è capofila del progetto "Percorsi di mantenimento lavorativo nel Bellunese" e si è aggiudicata per un anno il fondo sociale europeo da gestire in collaborazione con il Sil della Provincia, la coop sociale Lavoro Associato, il Ceis e Energia Sociale. L'aggiudicazione del fondo europeo consente di rinforzare l'organico di professionisti in capo alla Dumia e soprattutto di erogare un'indennità di frequenza, pari a 500 euro al mese, ad ogni lavoratore che "tenga duro" riuscendo a controllare e superare quelle frustrazioni e quelle difficoltà che possono predisporlo alla ricaduta. Saranno selezionati dodici soggetti, a fronte di un fabbisogno purtroppo molto ampio, che appartengano a una o più tipologie di svantaggio. Fra queste ci sono i disabili, i tossicodipendenti o ex tossicodipendenti in fase di reinserimento, ex detenuti e disoccupati o detenuti, siano essi comunitari o extracomunitari, destinati a misure alternative al carcere, padri di famiglia con minori a carico e con problemi di rapporti intrafamiliari, o soggetti già occupati in cooperative di tipo B. Una volta fatta la selezione, scatterà il sistema di protezione per sostenere i soggetti nella fase di approccio al lavoro o di mantenimento per chi, magari per una due o più volte, non ce l'ha fatta a tener duro. La responsabile del progetto Elena Lirusso, sostenuta dal collega psicologo Manuel Noal spiegano che l'intervento di sostegno sarà strutturato su due livelli, quello della formazione alle abilità lavorative e quello del supporto di carattere psicologico. «Il fine ultimo», spiegano i professionisti «è il mantenimento di soggetti svantaggiati al lavoro inteso come strumento terapeutico per superare le frustrazioni e lasciarsi alle spalle quel senso di disistima che spesso disincentiva il percorso di affrancamento dalle dipendenze». Sullo sfondo di un progetto che decolla, c'è tuttora la pallida risposta degli enti locali nonostante l'assessore regionale Stefano Valdegamberi li abbia invitati a considerare assunzioni protette di persone svantaggiate. «Sempre più dovremmo convivere con la tossicodipendenza», spiega Nicola Aguanno, responsabile della Dumia. «Nonostante l'instabilità del tossicodipendente e nonostante l'ottanta per cento dei soggetti si reinserisca nel sistema produttivo con i farmaci sostitutivi alla droga, se dobbiamo prospettare delle economie su larga scala, alla società l'assunzione di queste persone conviene di più».