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Un libro denuncia: società dopata

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Un libro denuncia: società dopata
Assuefatti inconsapevoli
Troppi silenzi sulla droga
Un libro e un sito (www.assuefatti.it) di Antonella Fiori e Sara Casassa per rompere il silenzio su quanto il consumo di droga pervada la nostra società, con testimonianze e interviste a vip, esperti e poliziotti. Senza schemi ideologici.
Il 32% degli italiani tra i 15 e i 64 anni fa uso, una tantum, di cannabis e stupefacenti. In Ue sono 78 milioni.

Raoul Bova, attore :"Ci sono genitori che ritengono un rito di passaggio carino farsi le canne insiema ai figli. A me sembra un equivoco colossale".

Lella Costa, attrice: "Sui media ci dovrebbe essere il binomio droga-morte. Del tipo: sequestrati 100 kg di droga, equivalenti a 3000 morti".

Linus, dj e autore radiofonico: "Anche se gli scienziati parlano di danni irreversibili causati dall'uso di sostanze, i ragazzi non se lo vogliono sentir dire".

"Farsi una canna è come bere un bicchiere di vino", "La droga bisogna solo saperla gestire", "Tanto smetto quando voglio". Quante volte abbiamo sentito queste frasi, tra la gente ma anche in tv e sui giornali? Una sottovalutazione che ha banalizzato la grande diffusione della droga -dalla cannabis alla cocaina, dall'eroina all'ecstasy alle smart drugs- alimentando il mercato del narcotraffico. Una mentalità avvalorata spesso dalla stampa che ha permesso alle sostanze stupefacenti di diventare il doping della vita quotidiana.

I danni nascosti della droga

In "Assuefatti" si mostra che certi luoghi comuni sono chiacchiere smentite dai fatti di cronaca e da dati scientifici verificati. In realtà farsi una canna non è come bere un bicchiere di vino. Gli esperti chiariscono che l'alcol è pericoloso perché attenua i riflessi, ma si smaltisce più velocemente. Mentre la cannabis contiene un principio attivo, il Thc, che legandosi ai recettori cerebrali interferisce con i processi cognitivi. Quindi un autista fumatore di marijuana non sarà più prudente perché guida più piano.

Cocaina e cannabis

Lo dimostrano centinaia di incidenti mortali causati da persone positive al test della cannabis, come il caso dell'automobilista che un anno e mezzo fa ha ucciso otto ciclisti in Calabria. «Chi ha fumato cannabis può vedere il semaforo rosso di un altro colore» spiega Silvio Garattini, direttore dell'Istituto Mario Negri.
Poi c'è l'emergenza cocaina. «A Milano quasi una persona su due che si rivolge ai Sert abusa di cocaina mentre 10/15 anni fa era una su 8 o forse meno» dice Riccardo Gatti, direttore del Sert di Milano. «Parliamo di professionisti con ruoli di responsabilità: medici, manager, avvocati».

Drogato policonsumatore

Un fenomeno esteso alla gente comune. I medici del centro antiveleni di Niguarda descrivono una nuova figura di drogato policonsumatore, diversa dal vecchio eroinomane emarginato: persone insospettabili convinte di poter gestire sostanze come la cocaina e l'ecstasy e di poter smettere quando vogliono. Con tutte le conseguenze che ne derivano.

Sostanze furbe

Nei confronti di chi difende il consumo parlando di "naturalità" di certe droghe gli scienziati ribattono che è "una bufala". Fabrizio Schifano, consulente del governo britannico, spiega: «Le sostanze che circolano oggi non hanno niente di naturale. Le droghe sono "furbe": a partire dai semi vengono modificate per offrire al consumatore prodotti sempre più allettanti ed efficaci. In uno spinello ci sono una cinquantina di composti e il principio attivo è diventato 5/7 volte più potente di 20 anni fa». Un dato che smonta la categoria ideologica più difficile da superare: quella che distingue tra droghe leggere e pesanti.

Chi ne fa le spese? Per gli scienziati soprattutto i consumatori più giovani, sotto i 18 anni, con una struttura psichica in evoluzione. L'effetto su di loro è devastante e può provocare crisi psicotiche, specie se ne fanno uso abituale.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)