Un network per il trattamento dell'alcolismo
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Un network per il trattamento dell'alcolismo
Presentati, dal Centro Alcologico dell'Umberto I, i risultati del primo Progetto interregionale per il recupero dell'alcolista: il Programma di Autogestione del Sé (P.AU.SÈ)
di Roberta Manfredini
Il problema dei vari trattamenti per la cura dell'alcolismo sta nel fatto che il soggetto, pur aderendo all'inizio molto volentieri a un programma di recupero, in realtà nel tempo lo abbandona. In un seminario che si è svolto presso il Centro Congressi di via dei Frentani a Roma, sono stati presentati i risultati finali del progetto Nazionale Multicentrico per il trattamento cognitivo-comportamentale dell'alcolismo, il progetto P.AU.SÉ (iniziato nel 2009 e conclusosi a marzo 2012) che ha ottenuto ottimi risultati nel 60% dei soggetti.
"Come prima esperienza di studio per il trattamento dell'alcolismo - ci spiega il prof. Mauro Ceccanti - abbiamo scelto l'approccio cognitivo-comportamentale, cui i pazienti rispondono in genere molto positivamente. Il progetto "P.AU.SÉ." (Programma di Autogestione del Sé) è stato possibile grazie ai fondi nazionali contro la droga e ha coinvolto otto Centri di Riferimento in tutta Italia e il Lazio, che è stato il capofila del primo progetto sul trattamento dell'alcolismo del Ministero della Salute, ne ha affidato l'esecuzione al Centro Riferimento Alcologico dell'Umberto I. Il Ministero ha voluto sostenere questa iniziativa, in particolar modo, allo scopo di omogeneizzare su tutto il territorio nazionale i trattamenti nel campo dell'alcologia."
Quali obiettivi sono stati raggiunti?
"Gli obbiettivi fondamentali alla base del Progetto, che sono stati pienamente raggiunti, erano essenzialmente quattro: creare un network nelle varie regioni italiane che desse una formazione omogenea agli operatori; realizzare un Corso di Formazione a Distanza (FAD) per medici, infermieri e psicologi; creare una cartella clinica specifica che, grazie alle modalità comuni di rilevamento dei dati, aiutasse gli operatori nelle varie fasi del Progetto; realizzare collegamenti via web e telefonici fra i vari Centri di Riferimento Alcologico per le consultazioni sui casi particolari (nello specifico, ci è capitato spesso di fare consulenze a distanza sui test psicometrici per alcuni Centri periferici). Coloro che desiderano uscire dal vortice di questo cattivo compagno, possono rivolgere al Centro di Riferimento della propria regione. In particolare, all'indirizzo [email protected] (Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio) avranno la possibilità di iniziare un percorso di cura che, grazie a questi studi, si è dimostrato realizzabile".
Abbiamo inoltre chiesto alla Dott.ssa Giovanna Coriale, psicoterapeuta e responsabile clinica del Progetto P.AU.SÉ, di spiegarci quali siano le caratteristiche principali di tale approccio e del perché sia così efficace.
"Il programma P.AU.SÉ si caratterizza per tre punti:
1) l'auto-determinazione dell'astinenza o del bere controllato,
2) l'utilizzo di principi e metodi di autocontrollo cognitivo-comportamentale,
3) l'uso di contatti telefonici periodici con l'utenza.
Il presupposto teorico da cui si parte è che l'individuo possieda già dentro di sé le risorse necessarie a guarire. Questa "gestione del sé" è però possibile solo se l'individuo riconosce queste risorse e le utilizza in modo ottimale. Nelle situazioni di psicopatologia le risorse diminuiscono, perciò l'approccio cognitivo-comportamentale che utilizziamo serve a rendere l'individuo consapevole del fatto che, mentre beve, sta utilizzando l'alcool come automedicazione. Il nostro intervento non è una terapia ma un counselling che avviene con il colloquio individuale, anche telefonico. Aiutiamo la persona a rendersi conto, con l'analisi funzionale dei fattori intrapsichici, cognitivi ed emotivi, delle motivazioni e delle conseguenze del proprio comportamento. Nel colloquio devono uscire risposte a domande come: "quando hai bevuto dove stavi? Cosa hai fatto? Con chi stavi? Come ti sentivi in quel momento e come ti sei sentito dopo?" L'alcolismo è una risposta fredda ma funzionale per gestire le situazioni di stress ed è importante far capire all'individuo che il proprio comportamento è sotto il controllo di fattori ambientali (come la pubblicità o la vista di altri che bevono) e non sotto il controllo di se stessi. Con il nostro programma siamo riusciti a ridurre le ricadute in soggetti con una diagnosi di abuso o dipendenza di alcool anche nel lungo periodo."
Soddisfazione per i risultati ottenuti è stata espressa anche dalla Dott.ssa Bastiana Pala, della Direzione Generale della Prevenzione del Ministero della Salute, presente alla giornata e che si è congratulata per il lavoro svolto dagli operatori dei Centri di Riferimento Alcologico che hanno partecipato al Progetto.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)