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Un po' di moto e un po' di vino allungano la vita

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Milano - Sul Giornale Europeo di cardiologia è stato pubblicato il risultato di una ricerca che ha evidenziato come una vita attiva associata a un moderato consumo di alcool possa aumentare la sopravvivenza dopo un infarto. Lo studio è stato realizzato in Danimarca su 12 mila persone seguite per 20 anni dopo un infarto del miocardio. A vent'anni di distanza la metà era deceduta, ma solo un quinto di queste morti era da addebitare a una malattia del cuore. Chi aveva scelto una vita attiva e chi consumava moderate quantità di alcool aveva una probabilità di infarto più bassa rispetto a chi aveva scelto una vita pigra e non consumava alcolici. "L'alcool non è certo un farmaco che previene l'infarto: ma sembra confermarsi che un moderato consumo di alcool, non più di uno/due bicchieri al giorno, unito a una disciplinata e continuativa attività fisica può prolungare la vita di chi ha sofferto di infarto" afferma la Dottoressa Lidia Rota Vender, presidente di Alt, l'Associazione per la lotta alla Trombosi che dal 1987 è impegnata nella prevenzione delle malattie cardiovascolari da Trombosi e nel finanziamento della ricerca scientifica multidisciplinare in questo campo della medicina. Buona l'occasione per ricordare che il vino rosso, grazie al contenuto di fenoli, sviluppa la propria capacità antiossidante (qualcosa come antiruggine) sulle pareti delle arterie solo quando viene consumato durante i pasti, e non a stomaco vuoto. E' giusto ricordare che alcolici e superalcolici sono comunque veleno per chi ha un fegato o un pancreas non perfettamente sano.