Una città che fuma e beve troppo
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EMPOLI. Gli empolesi e gli altri abitanti del circondario si dichiarano soddisfatti del proprio stato di salute ma fanno di tutto per metterla a rischio, la salute. Perché mangiano, fumano molto e bevono troppo. E' quanto emerge dai primi risultati dello studio Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia) per la popolazione residente sul territorio dell'Asl 11 ottenuti elaborando le riposte alle interviste effettuate nel periodo compreso tra giugno 2007 e marzo 2008 (228 persone interpellate, sia maschi che femmine, nella fascia di età dai 18 ai 69 anni).
Lo studio Passi è un progetto promosso dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali oltre che dall'Istituto superiore di sanità, cui anche l'Asl 11 ha aderito. Il progetto consiste nel rilevare, attraverso apposite interviste telefoniche condotte su un campione di cittadini estratto dall'anagrafe sanitaria, le abitudini e lo stile di vita della comunità dal punto di vista alimentare, della prevenzione, dei fattori di rischio per la salute.
E' stato evidenziato, quindi, che il 65% della popolazione intervistata dichiara di essere in buona salute mentre solo il 6,7% ne ha una percezione completamente negativa, soprattutto fra le donne che risultano essere anche le maggiori vittime della depressione. Di coloro che soffrono di questa patologia il 50% dichiara di non essere ricorso all'aiuto di un professionista. Il 32% pratica un buon livello di attività fisica contro il 17% che conduce una vita prettamente sedentaria.
Le deroghe ad uno stile di vita salutare non finiscono qui poiché il 40,4 per cento presenta un eccesso di peso e il 29% fuma sigarette. Il 16% della popolazione fra 18-69 anni soffre di ipertensione e il 18% presenta livelli di colesterolo nel sangue.
Il 17%, inoltre, beve in modo pericoloso per la salute e, di coloro che nell'ultimo mese avevano consumato alcolici e guidato, il 12,2% ha dichiarato di aver guidato sotto l'effetto dell'alcool; percentuale che aumenta al 22,5% nelle persone fra i 18 e i 34 anni di età.
Bassa è anche la percezione del rischio e lo si rileva dalla percentuale di coloro che utilizzano i dispositivi di sicurezza in auto come le cinture (77% quelli che utilizzano le anteriori e solo il 13% quelli che utilizzano le posteriori) e da coloro che temono l'infortunio domestico. Il 92% degli intervistati ritiene basso o assente il rischio di incorrere nell'incidente domestico.