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Una giornata per dire no all'alcol in gravidanza

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Una giornata per dire no all'alcol in gravidanza


Si è scelto il nono giorno del nono mese dell’anno per ricordare alle mamme che nei nove mesi della gravidanza l’assunzione di alcol fa male al feto. Così, proprio il 9 settembre di ogni anno si celebra la Giornata di sensibilizzazione sui disturbi “alcol fetali”, con l’obiettivo di ricordare come l’esposizione all’alcol del nascituro costituisca la principale causa di disabilità cognitiva nel mondo occidentale, se si escludono quelle genetiche.


Evidenze scientifiche mostrano come anche consumi di alcolici in piccole quantità da parte della mamme portino alla gravidanza conseguenze negative, tra cui l’aumento di aborti spontanei e problemi di salute a lungo termine nel bambino, quali minor capacità di memoria, problemi di attenzione e iperattività. E secondo gli esperti dell’Organizzazione mondiale della Sanità non esiste una quantità minima di alcol che possa essere ritenuta priva di rischi per la salute del nascituro, del neonato e del bambino.


Così negli ospedali si raccomanda alle neo mamme l’astensione totale dal consumo di alcolici anche durante il periodo dell’allattamento. “L’attenzione sul tema è costante negli Ospedali veneziani – spiega il Primario di Pediatria dell’Angelo, il dottor Giovanni Battista Pozzan – e alla dimissione dopo i giorni trascorsi in Reparto ogni famiglia viene informata sulla necessità di astenersi dall'alcool anche durante l’allattamento. Anche nella brochure allegata al libretto pediatrico consegnato a tutte le mamme ci sono queste informazioni”.


In particolare l’attenzione degli esperti, anche in questa Giornata, si concentra sulla “Sindrome Alcol fetale”, che ha conseguenze gravi sulla crescita e sullo sviluppo neurologico del neonato, e che è causata da alcol consumato durante la gravidanza, oltre che dal consumo di tabacco e droga. Questa sindrome rappresenta la terza causa di ritardo mentale nei bambini, e pur essendo poco conosciuta è in evidente crescita, come dimostra il numero dei neonati colpiti nei Paesi occidentali, che è cresciuto in percentuali che variano tra il 10% e il 30% nell’ultimo decennio.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.genteveneta.it/public/articolo_gvnews.php?id=2349


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)