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Una triplice alleanza contro l'alcol: Veneto, Friuli, Carinzia

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Una triplice alleanza contro l'alcol: Veneto, Friuli, Carinzia.
Simonetta Venturin


Una triplice alleanza per provare a cambiare qualcosa: questo stanno facendo le regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto e il Land austriaco della Carinzia. Tutte unite dal progetto: All4you. Obiettivo: "promuovere tra i giovani uno stile di vita sano e comportamenti che contrastino il consumo di alcol quale strumento di benessere". Non è la prima volta che si fa qualcosa in tal senso, ma adesso lo si fa a livello transnazionale. Questo significa che la faccenda è oltremodo seria. L'idea, infatti, è stata suggerita dal numero dei giovani morti sulle strade e dei ricoverati in coma.


Le statistiche parlano: l'alcol costituisce la prima causa di morte per i giovani tra i 15 e i 29 anni in Europa. I decessi vanno dai 55 ai 65 mila l'anno. Senza parlare delle malattie alcol correlate: dell'apparato digerente al sistema circolatorio fino ai tumori. Gli alcol dipendenti in cura in Italia nel 2009 sono risultati 65.360, l'11% di questi ha un'età inferiore ai 30 anni. Nel solo Friuli ogni anno muoiono circa 900 persone per danni legati all'alcol e 7.500 sono i ricoveri ospedalieri.


Il Progetto

Lo illustra per Il Popolo il responsabile per il Friuli, Francesco Piani, dell'azienda sanitaria 5 Bassa Friulana. Avviato a gennaio 2012 si concluderà a gennaio 2013. Si è attivato su tre fronti: una ricerca, un progetto di comunità, un comitato transfrontaliero per la comunicazione.


1. La ricerca sarà portata avanti dal dipartimento di Scienze umane dell'Università di Udine. Nuovo l'approccio: punterà direttamente ai giovani per comprendere i meccanismi li portano a bere, per capire come reagiscono allo stordimento, perché lo ricerchino dopo averlo provato. Le vie per arrivare a questa fotografia del bere dei giovani saranno i focus group e le interviste dirette ai ragazzi. Obiettivo: produrre un "glossario alcolico" che diventi uno strumento capace di far dialogare le istituzioni con i giovani.


2. Progetti di comunità: si tratta di sviluppare una piccola imprenditorialità giovanile sui temi della prevenzione. I ragazzi che intendono mettersi in gioco possono organizzare uno spettacolo, un concerto, un sito: purché diffondano essi stessi la cultura del vivere sano senza gli eccessi dell'alcol. "Il perché è semplice - spiega il dott. Piani - perché solo i ragazzi sanno come parlare ai ragazzi. E perché quando lo fanno sono testimoni credibili". Il bando in atto mette a disposizione 14 mila euro. "Ma se le idee che emergeranno saranno meritevoli - continua lo stesso - questi progetti potrebbero sopravvivere e restare canali comunicativi aperti, anche col sostegno di altri, dei comuni per esempio, che possono subentrare".


3. Un comitato dovrà prestare attenzione alla comunicazione. Capita troppe volte - spiegano - che oggi si dica di non bere e domani si inviti alla sagra del novello. Che l'assessorato alla salute annunci progetti contro l'alcol e quello all'agricoltura promuova il vino locale. "Dobbiamo accordarci su cosa e come dire per essere credibili con i nostri ragazzi- commenta Piani - Inutile che il medico parli in un modo se il sindaco o un assessore si fa vedere tutti i sabati in birreria. Una norma comune serve anche tra transfrontalieri: si pensi solo alla questione pubblicità e ai messaggi che mandiamo".


Da ultimo, alla fine del progetto ci sarà un grande evento, previsto per fine 2013 o inizi del 2014: cosa ancora non si sa lo stile invece è già certo, parola di Piani: "Un evento formato giovane: per esempio un bel concertone analcolico".

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)