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Università Cattolica: dipendenti da Internet e da videogiochi già a 11 anni

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Dipendenti da Internet e videogiochi in Italia già a 11 anni

Chi e quanti sono i dipendenti da Internet e tecnologie digitali in Italia? A svelare qualche numero è stato Federico Tonioni, ricercatore in

psichiatria all'Università Cattolica del Sacro Cuore e responsabile dell'ambulatorio per la dipendenza da Internet del Policlinico Gemelli di

Roma.
"Dal novembre del 2009 abbiamo in cura 300 pazienti, il 20% adulti dipendenti dal gioco d'azzardo e dai siti per adulti e il restante 80%, da

ragazzi giovanissimi provenienti da tutta Italia, dagli 11 anni ai 23 dediti ai giochi di ruolo online o patiti di social network".
Alcuni ragazzi hanno smesso di andare a scuola, altri "sono arrivati a picchiare i genitori quando sono state messe in discussione le ore di

connessione". "I loro unici amici sono i compagni di guerra che li esaltano quando ottengono risultati e li insultano quando sbagliano",

spiega Tonioni . "Questo tipo di giochi non sono creativi ma solo sono eccitanti e compulsivi".
Per curare la dipendenza al centro romano si eseguono colloqui individuali e sedute di gruppo con una psicologa. Secondo l'esperto il sintomo di un problema sono le ore passate davanti al monitor e "l'assenza di entusiasmo nelle attività fuori casa", che portano i giovani ad

abbandonare gli studi e le amicizie reali.
"Per questi pazienti non parlo di dipendenza patologica, ma di psicopatologia web-mediata e si tratta di episodi di abuso più che di

dipendenza: è la stessa differenza che esiste tra un giovane che più volte al mese ha le sbornie e l'alcolista cronico".
Pochi giorni fa vi abbiamo riportato la testimonianza di una madre australiana che parlava dei problemi del figlio, dipendente da World of

Warcraft. La donna ha parlato di comportamenti aggressivi, proprio come quelli indicati da Tonioni. Insomma, tutto il mondo è paese.
Non nascondiamo che c'è il rischio di abusare delle nuove tecnologie - chi meglio di noi può dirlo? - però, senza fare la morale a nessuno,

crediamo anche che limitarsi a puntare il dito non sia utile. Forse una volta i genitori erano più presenti, mentre oggi - vuoi gli impegni

di lavoro, vuoi una buona fetta di menefreghismo - si lasciano i bambini a vegetare per ore davanti a un monitor. Fa comodo, perché sai dov'è tuo figlio e sai che è al sicuro. Per cui ben vengano soluzioni come l'ambulatorio di Roma, ma sarebbe meglio fare un po' di prevenzione alla

fine, educando anche i genitori.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)