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Università del Colorado: i bevitori moderati sembrano avere un rischio di morte inferiore agli astemi

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Poco o niente alcol? Con poco si vive di più che con niente

Chi beve moderato pare abbia un rischio di morte inferiore rispetto a chi non beve affatto.


L'alcol fa male, ma lo fa in base alla quantità che se ne assume: un po' come per tutte le sostanze che immettiamo nel nostro organismo - che sia un alimento, un liquido o un farmaco.
D'altronde si sa, una sostanza tossica che può essere mortale, se assunta in piccolissime dosi controllate può essere benefica: ne è un esempio la Digitale purpurea utilizzata nel trattamento delle malattie cardiache. Ma, al contrario, anche una sostanza ritenuta benefica, se assunta in quantità eccessive può diventare deleteria.


Bene, l'alcol è ritenuta una sostanza potenzialmente dannosa. E lo è di certo quando si assume in dosi elevate. Ma cosa accade se invece si assume in dosi modeste? Secondo un nuovo studio è perfino meglio che non assumerlo affatto. Pare infatti che chi beve poco alcol abbia un rischio di mortalità inferiore a chi non lo beve affatto - o è astemio.
Il maggior rischio di morte, secondo diversi studi, si ritiene sia agli estremi: ossia si è più a rischio quando si beve molto e quando non si beve per niente. Nel mezzo dunque sta la virtù.


I ricercatori dell'Università del Colorado Boulder e dell'Università del Colorado Denver hanno voluto indagare sul perché il rischio di mortalità tra i non bevitori appariva più alto rispetto a coloro che bevono con moderazione.
Il dottor Richard Rogers, diretore del CU-Boulder's Population Program in the Institute of Behavioral Science, e colleghi hanno raccolto e analizzato i dati provenienti dal National Health Interview Survey, partito nel 1998, circa le abitudini di consumo di più di 41mila persone provenienti da tutti gli Stati Uniti. Le informazioni comprendevano anche i casi di decesso avvenuti tra il 1998 e il 2006.


Durante il periodo di follow-up ai non bevitori è stato chiesto di fornire una spiegazione del perché erano astemi. Tra i diversi motivi vi erano l'essere stati alcolizzati, l'essere poco propensi alla socializzazione, motivi morali o religiosi.
A seguito di questa indagine, i ricercatori hanno suddiviso gli astemi in tre diverse categorie generali: gli ex-bevitori, gli astemi e coloro che non hanno bevuto più di 12 drink nelle propria vita, i bevitori occasionali (con meno di 12 drink l'anno). Da queste tre macro-categorie sono stati ricavati altri sottogruppi.


Analizzando il rischio di morte tra i vari sottogruppi, i ricercatori hanno scoperto che questo variava notevolmente, rispetto al rischio per i bevitori moderati.
Nello specifico, gli astemi di un sottogruppo che avevano fatto questa scelta per diverse ragioni che includevano motivazioni religiose o morali, l'essere stati educati a non bere, le responsabilità per la propria famiglia così come il non gradire il gusto, avevano un rischio di mortalità simile ai bevitori moderati, durante il periodo di follow-up.
L'altro sottogruppo di astemi - la cui ragione per il non bere sembrava essere un'avversione per il gusto e in misura minore le responsabilità famigliari, motivazioni religiose o morali o educazione - avevano un rischio di mortalità del 17% più elevato durante il periodo di follow-up rispetto ai bevitori moderati. I bevitori occasionali in genere, poi, avevano un rischio di mortalità leggermente superiore rispetto ai bevitori moderati. Infine, gli ex bevitori avevano un rischio di mortalità più elevato di tutti i non bevitori.


I risultati completi dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Population Research and Policy Review e mostrano infine che, sempre rispetto ai bevitori moderati, gli ex bevitori o alcolisti avevano un 38% di maggiore rischio di morte; chi beveva tra uno e due bicchieri al giorno un maggiore rischio del 9%; chi beveva tra i due e i tre bicchieri al giorno un 49% di maggiore rischio e le persone che assumono più di tre bicchieri al giorno avevano un maggiore rischio di morte del 58%.
In definitiva, non bere affatto pare non metta al riparo da un aumentato rischio di morte, ma bere poco o nella giusta misura riduce questo rischio.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)