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Università del Winsconsin: tabagismo e colesterolo, interazioni

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Smettere di fumare migliorerebbe il colesterolo. È quanto emerge da una ricerca condotta dalla Facoltà di Medicina dell'Università del Winsconsin (USA) guidata dal prof. Gedner. Per dimostrarlo il professore ha esaminato per un anno circa 1500 fumatori, eseguendo su di loro una serie di controlli prospettici, randomizzati e avvalendosi di un gruppo di controllo per vedere l'effetto di 5 farmacoterapie per smettere di fumare.
Prima dell'esperimento i soggetti scelti, tutti fumatori con un'età media di 45 anni, consumavano circa 20 sigarette al giorno. Un anno dopo, al termine dell'esperimento, erano tornati in 923, di cui 334 avevano smesso di fumare (36%). Coloro che avevano smesso di fumare, erano ingrassati di qualche chilo rispetto a coloro che avevano continuato a fumare (in media 4,6 chili), ma registravano un aumento del colesterolo buono pari a circa il 5%. Gli effetti erano ancora più evidenti nelle donne. Inoltre non risultava rilevante la quantità di sigarette fumate in precedenza: i benefici per il colesterolo buono venivano registrati sia da coloro che erano abituati a fumare poco che da coloro che fumavano tanto.
È noto che il fumo causa il 20% delle morti legate a problemi al cuore ma i meccanismi che si innescano non sono ancora del tutto chiari. Questo studio comunque evidenzia che, nonostante l'aumento di peso che caratterizza la maggior parte dei fumatori che smettono, i miglioramenti per il colesterolo sono notevoli, soprattutto per le donne.
Secondo il prof. Gedner è importante dunque offrire consulenza a coloro che smettono di fumare, per superare il problema dell'aumento di peso attraverso una dieta equilibrata e regolare esercizio fisico soprattutto durante il primo periodo, per beneficiare a pieno degli effetti della lontananza dal fumo di sigaretta