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Università della California: effetti degli smartphone sul sonno

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Smartphone in camera, addio sonno

Usare gli smartphone la sera, in camera da letto, può far aumentare di molto i disturbi del sonno. Lo studio
 
Portare a letto lo smartphone pare non sia una buona idea perché ci si può rovinare il sonno, con tutte le conseguenze negative del caso.

Prima era il televisore. Oggi è lo smartphone. Gli apparecchi elettronici, a quanto pare, non dovrebbero essere portati in camera da letto. Il rischio? Una molto scarsa qualità del sonno.

I motivi per cui gli smartphone varcano la soglia della stanza in cui si dorme sono tanti. Tra questi vi è l’esigenza di tenerli accanto a sé – e per di più vicini, magari sul un comodino – perché non si ha a disposizione un telefono di rete fissa. Ma vi sono motivi anche molto meno importanti, come la semplice abitudine di “giocherellare” con il telefono fino a notte fonda. Ebbene sì. Se l’essere umano fino a pochi anni fa non riusciva a separarsi da una radio o una Tv, adesso il suo compagno inseparabile è divenuto lo smartphone. Non un semplice telefono, ma un gingillo elettronico che sa fare (quasi) tutto. Ma i ricercatori dell’Università della California a San Francisco (UCSF), hanno trovato altre abitudini poco salutari che, oltre a creare dipendenza dall’uso e vicinanza del cellulare, potrebbero provocare anche problemi di salute.


Secondo il dottor David M. Claman, direttore dello Sleep Disorders Center presso l’University of California San Francisco Medical Center, se una persona usa lo smartphone come punto di riferimento per leggere l’ora durante le ore notturne è possibile che dia anche una controllatina alla propria posta elettronica e da qui la via all’insonnia, con tanto di ansia, è brevissima.
Ma non solo: se una persona si sveglia nel bel mezzo della notte e sceglie così di controllare il proprio cellulare, è inevitabile che si senta frustrato e preoccupato per qualcosa che ha visto. In pochi minuti di tempo si irrigidisce.

Mentre si ha il telefonino in mano è molto facile che lo si usi per smanettare con le varie App a disposizione, email o messaggio di qualche amico. Così il tempo passa e quando finalmente si decide di smettere, ci si ritrova nel letto a girarsi e rigirarsi.


In merito ai dati acquisiti da Claman, chi usa lo smartphone in camera da letto ha molta più probabilità di richiedere una consulenza a un esperto del sonno.

L’insonnia, proprio per tale motivo, è in costante aumento tra le persone che hanno un età compresa fra i venti e i trent’anni, si legge sul Sydney Morning Herald.
Uno dei motivi scatenanti, dicono i ricercatori, è la luce blu prodotta dai classici schermi retroilluminati tipici di tablet, computer e cellulari. Questo genere di luce ha la precisa funzione di interferire con i ritmi circadiani attraverso recettori cerebrali e tenere vigile l’attenzione. Va da sé che se utilizzata di notte, non farà altro che tenerci svegli. Non a caso, anche chi usa un tablet fino a due ore prima di coricarsi, ci mette molto più tempo ad addormentarsi.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

http://www.lastampa.it/2014/02/13/scienza/benessere/lifestyle/smartphone-in-camera-addio-sonno-1Z3FRIkunACk3NHzSxnODI/pagina.html

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)