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Università della Florida: abuso di sostanze in gravidanza, effetti sul feto e sul neonato

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Abuso di sostanze in gravidanza: quali effetti sul feto e sul neonato?

Marylou Behnke e Vincent Smith, MD, MPH, entrambi neonatologi e professori di pediatria presso l'Università della Florida, hanno recentemente presentato uno studio sugli effetti che le sostanze d’abuso possono determinare sul feto e sul bambino quando la donna le assume durante la gravidanza.

Secondo i dati del National Survey on Drug Use and Health solo il 4,4 % delle donne gravide di età compresa tra 15 e 44 anni ammette l'assunzione di una qualche sostanza illecita, mentre il 10,8 % consuma bevande alcoliche, e il 16,3 %  fuma sigarette.

Lo studio sottolinea che l’assunzione di sostanze in gravidanza non porta automaticamente a problemi nella prole, ma ne aumenta sicuramente i rischi. Inoltre al di là degli effetti biologici, la dipendenza può alterare il comportamento materno, portando ad una scarsa ed errata nutrizione, ad una cattiva igiene, o ancora ad un aumentato rischio d’esposizione a infezioni o ad atti di violenza, che possono comunque provocare un danno al feto.

Recenti ricerche indicano che gli effetti delle droghe e del tabacco sono meno gravi di quanto si pensasse un paio di decenni fa quando vi era la paura per i cosiddetti “crack babies”, bambini orrendamente danneggiati dall’abuso materno di cocaina.

Effetti delle sostanze d’abuso.

La nicotina rappresenta un fattore di rischio per il basso peso alla nascita ed è associata ad un basso peso anche nel bambino, probabilmente perché il feto è esposto maggiormente alla nicotina di quanto non lo sia la madre. Comunque i bambini non vanno in contro a rilevanti sintomi d’astinenza. Gli effetti a lungo termine sulla crescita non sono chiari, ma sono emersi problemi di impulsività, ridotta capacità di concentrazione, difficoltà nello sviluppo del linguaggio, nell’ apprendimento e della memoria.

L'alcol è la sostanza più studiata tra quelle d’abuso in gravidanza. E’ fortemente teratogeno, ha marcati effetti sulla crescita fetale e determina effetti negativi a lungo termine sulla crescita del bambino, sul suo comportamento, sulla sua capacità di ragionamento e di conseguenza sul rendimento scolastico. Danni di tale entità non si riscontrano con nessuna altra sostanza.

La mariuana ha effetti minori sulle tappe dello sviluppo psicomotorio ma ha effetti a lungo termine sul comportamento, sulla cognizione e sul rendimento.

L'effetto più significativo dell’esposizione prenatale agli oppiacei è la sindrome d’astinenza neonatale. Sicuramente anche il comportamento del futuro bambino sarà influenzato dall’abuso materno in epoca prenatale, ma non vi sono dati relativi alla cognizione, allo sviluppo del linguaggio, e al rendimento scolastico.

La cocaina ha effetti a lungo termine sul comportamento e sul linguaggio, così come sulla crescita fetale e sullo sviluppo psicomotorio infantile.

Gli studi di esposizione prenatale alla metanfetamina sono ancora agli inizi. Alcuni effetti sono stati notati sulla crescita fetale e sul comportamento infantile, ma vi sono ancora pochi dati sullo sviluppo di altre abilità.
In conclusione gli effetti dell'esposizione alle sostanze d’abuso in epoca prenatale porta a diversi tipi e gradi di rischio per il feto e per il bambino, per alcune sostanze i danni sono ingenti mentre altre producono sottili cambiamenti comportamentali che possono essere difficili da individuare alla nascita poiché non appaiono fino a quando i bambini non sono cresciuti.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)