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Università della Virginia: nella lotta alla dipendenza conta anche il fisico, nuove strategie di allenamento per combattere la droga

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Nella lotta alla dipendenza conta anche il fisico: nuove strategie di allenamento per combattere la droga

Sono ormai noti gli effetti benefici dell'attività fisica sull'organismo e quanto l'esercizio fisico possa ritenersi un potenziale trattamento benefico anche per la dipendenza da droghe. Questo è il quesito a cui hanno tentato di rispondere mediante una  revisione della letteratura scientifica, alcuni ricercatori americani dell'Università della Virginia (USA). Gli autori hanno raccolto e classificato le più recenti evidenze cliniche e pre-cliniche sull'efficacia dell'esercizio fisico nelle diverse fasi del processo di dipendenza, considerando il ruolo potenziale dei meccanismi neurobiologici nell'interazione tra uso di sostanze e i cambiamenti del sistema cerebrale dopaminergico e glutammatergico, considerando i cambiamenti strutturali della cromatina (forma in cui il DNA è presente nel nucleo delle cellule), nel sistema cerebrale della gratificazione. L'esercizio fisico produce generalmente una risposta efficace al trattamento, certe condizioni di esercizio possono tuttavia essere inefficaci. Variabili importanti sono date dalla predisposizione soggettiva ad effettuare l'esercizio fisico, dal livello, dal tipo e dal tempo di esposizione all'esercizio, dal livello di dipendenza dalle droghe. Nelle fasi iniziali di utilizzo  di una sostanza e durante l'astinenza, l'efficacia dell'esercizio fisico sembra dipendere dalla capacità di attivare processi genetici in  grado di indurre effetti positivi, presumibilmente attraverso  interazioni  con il sistema dopaminergico, mentre nella vera e propria  dipendenza l'esercizio sembra diminuire il craving verso la sostanza  per interazioni dirette con il sistema glutammatergico. Inoltre  l'attività fisica agisce a livello genetico normalizzando i  cambiamenti strutturali della cromatina indotti dalla droga, mediante  interazioni genetiche con il fattore neurotrofico cerebrale (BDNF).  Gli autori concludono suggerendo nuove linee di ricerca basate sullo sviluppo di interventi focalizzati all'esercizio fisico, da solo o in aggiunta ad altre strategie di trattamento, per la dipendenza da  droghe. Sarebbero necessari ulteriori studi longitudinali e trial clinici randomizzati per determinare se e quanto l'esercizio fisico è in grado di diminuire la probabilità di sviluppare una dipendenza oppure se in grado di aumentare il livello di mantenimento dell'astinenza durante la dipendenza. Ricerche cliniche sono inoltre necessarie per determinare gli effetti causali dell'esercizio fisico sulla vulnerabilità alla dipendenza e identificare i parametri che ne influenzano il consolidamento.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)