Università di Boston: dibattito sull'utilizzo delle sigarette elettroniche
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Secondo i ricercatori Chan e Siegel dell'Università di Boston le sigarette elettroniche, chiamate anche e-cigarettes,
prometterebbero ottimi risultati per indurre le persone a smettere di fumare. Queste le conclusioni dei due studiosi al
termine di una revisione sulla letteratura scientifica esistente sulle sigarette elettroniche e, più in generale, sulla
teoria della limitazione dei danni dovuti al fumo di tabacco, un tema da sempre molto dibattuto. Il meccanismo di queste
sigarette funziona a batterie ricaricabili e consente di inalare vapore dal sapore simile a quello del fumo di tabacco ma
privo di rischi cancerogeni poiché è assente l'effettiva combustione, funzionando da trattamento sostitutivo, in alternativa
ai cerotti o caramelle alla nicotina.
Negli ultimi mesi, la "credibilità" delle e-cigarettes come incentivi allo smettere con le bionde era stata messa in
discussione da uno studio dell'Università di Riverside in California che, dopo aver analizzato 5 diverse aziende produttrici
dei dispositivi elettronici, aveva concluso che tali dispositivi non erano sicuri a causa di alcune imperfezioni nel design,
della mancanza di istruzioni per l'uso adeguate e per dubbi sulla qualità e sulla sicurezza. Lo studio aveva inoltre
sollevato dubbi sulla qualità e sulla sicurezza dei dispositivi stessi. Il team californiano aveva poi richiesto il bando
delle sigarette elettroniche alla Food and Drug Administration.
Secondo il ricercatore dell'Università di Boston, Michael Siegel, invece, la tossicità delle sigarette elettroniche può
essere paragonabile a quella degli altri prodotti già esistenti sul mercato per smettere di fumare. Per Siegel le sigarette
elettroniche non sono sicure in assoluto e ulteriori ricerche sono necessarie ma le prove scientifiche disponibili mostrano
che esse sono più salutari delle sigarette di tabacco e paragonabili, per tossicità, ai convenzionali prodotti antifumo.