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Università di Boston: disturbi alimentari, scoperto l'interruttore per spegnere la fame

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Ricercatori americani hanno scoperto le cellule nervose coinvolte nell'avviare o interrompere la sensazione di fame


 I disturbi del comportamento alimentare (DCA) rappresentano un insieme di problematiche psichiatriche molto diffuse nel mondo occidentale – ma non solo - che spaziano dall'anoressia alla bulimia, passando per la cosiddetta sindrome dell'abbuffata compulsiva che può sfociare nell'obesità e tutto ciò che ne consegue. Grazie al recente studio di un gruppo di ricercatori italiani dell'Università di Boston, coordinato da Valentina Sabino e Pietro Cottone e pubblicato su Neuropsychopharmacology, è stato individuato nel cosiddetto ormone dell'ansia CRF l'interruttore per disattivare il desiderio di abbuffarsi ossessivamente, un importantissimo passo per contrastare questo tipo di disturbo. Un nuovo ed altrettanto fondamentale passo nella lotta contro i disturbi del comportamento alimentare è stato fatto dai ricercatori americani dell'Università di Washington a Seattle, che hanno individuato il gruppo di cellule nervose coinvolte nell'appetito, situate in una regione specifica del cervello (nucleo parabrachiale del tronco encefalico) coinvolta anche nella regolazione del gusto, nel dolore e nella regolazione del sodio nell'organismo. Quest'area del cervello era già nota per essere collegata all'appetito ma non si conoscevano esattamente i meccanismi ed il gruppo specifico di cellule nervose coinvolte, le quali, in condizioni normali, determinano la sazietà dopo aver consumato un pasto oppure interrompono il senso di fame innanzi a pietanze tossiche per l'organismo. La scoperta è stata fatta studiando modelli murini (topi) geneticamente modificati ed ingegnerizzati, con un dispositivo di fibre ottiche impiantato nel cervello in grado di attivare i neuroni attraverso la luce emessa. Viceversa questi neuroni venivano disattivati attraverso l'iniezione di una specifica sostanza chimica. Effettuando questi esperimenti i ricercatori hanno scoperto che “spegnendo” le cellule nervose attraverso il composto chimico i topi avevano maggiore appetito, mentre attivandole con le fibre ottiche non ne avevano più.

In associazione a questo meccanismo gli scienziati americani hanno determinato anche la molecola espressa da questi neuroni, ovvero il peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP), una molecola vasodilatatrice correlata anche alla trasmissione del senso del dolore ed espressa in maggior quantità in presenza di alcune patologie.

La scoperta è stata commentata dal neurofisiologo Piergiorgio Strata dell'Università di Torino, la cui dichiarazione è stata riportata dai maggiori organi di stampa italiani: “E' un lavoro interessantissimo condotto con tecniche molto sofisticate che fornisce una conoscenza fondamentale per i disturbi del comportamento alimentare, come bulimia, anoressia e obesità”. La comprensione di questo meccanismo getta dunque le basi per il futuro trattamento di tutte le problematiche psichiatriche connesse ad un'alimentazione non corretta. I dettagli dello studio americano sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature

http://www.net1news.org/scienze/salute/disturbi-alimentari-scoperto-linterruttore-per-spegnere-fame.html


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)