Università di Cambridge: correlazioni tra consumo di ketamina e sintomi della schizofrenia
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La rivista Biological Psychiatry ha pubblicato due studi che analizzano gli effetti di un anestetico usato a scopi
ricreazionali, la ketamina, sul cervello. Il primo studio ha analizzato le possibili correlazioni tra la ketamina e i sintomi
della schizofrenia; il secondo studio ha esaminato gli effetti a lungo termine sulla materia grigia derivati dall'assunzione
prolungata della sostanza stupefacente.
La dott.ssa Morgan del Dipartimento di Psichiatria dell'Università di Cambridge, coordinatrice della prima ricerca ha
indagato i cambiamenti nella percezione del corpo per gli individui che avevano assunto ketamina e ha scoperto che, i sintomi
derivanti dall'assunzione di questa sostanza, sarebbero simili a quelli della schizofrenia. Per dimostrarlo la ricercatrice e
il suo team hanno sottoposto un gruppo di 15 volontari sani all'esperimento della mano finta, una tipologia di esperimento
nella quale, la stimolazione tattile e visiva contemporanea porta a credere che la mano di gomma sia la propria mano. Nell'
esperimento, i volontari sono stati sottoposti a due compiti che hanno svolto sia dopo la somministrazione di ketamina che
dopo sostanza placebo. Nella prima fase i volontari guardavano una mano finta picchiettata contemporaneamente alla loro vera
mano che però era nascosta alla loro vista. Nella seconda fase invece il picchiettamento della mano vera e di quella finta
veniva fatto in asincronia, registrando i cambiamenti soggettivi e la capacità degli individui di localizzare la mano vera.
I risultati hanno mostrato che l'assunzione di ketamina veniva associata ad un significativo aumento dell'illusione e nella
perdita di percezione della propria vera mano. Sebbene la fase della stimolazione asincrona frenasse la sensazione illusoria
sia nei soggetti che avevano assunto ketamina che nei soggetti del gruppo di controllo, nei soggetti che avevano assunto la
sostanza permaneva comunque un significativo effetto illusorio anche durante la stimolazione visiva asincrona. La ketamina
quindi mimerebbe gli effetti di alterazione nella percezione del proprio corpo che si verificano con la schizofrenia.
Nel secondo esperimento condotto dal prof. Liao, dell'Istituto di Salute Mentale dell'Università di Hunan in Cina, sono state
utilizzate techniche di neuroimaging su soggetti dipendenti da ketamina (41 persone) e su soggetti di controllo, estranei
alla sostanza (44 persone). L'obiettivo era stabilire la differenza nei volumi della materia grigia tra i 2 gruppi. I
risultati dell'esperimento hanno mostrato che, i dipendenti da ketamina, avevano il volume della materia grigia nella
corteccia frontale bilaterale significativamente più piccolo rispetto al gruppo di controllo e che il volume della materia
grigia nel giro cerebrale superiore sinistro era negativamente correlato con l'uso prolungato della sostanza: da più lungo
tempo il soggetto assumeva ketamina, minore era il volume di questa area del cervello. Lo studio può avere importanti
risvolti nella descrizione del quadro clinico che emerge dall'assunzione di ketamina e, associato ai risultati del primo
studio, evidenzia i gravi effetti della sostanza sul cervello di chi l'assume.