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Università di Catania: le illusorie pillole per il cervello

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Le illusorie pillole per il cervello

I mix di droghe, alcol e caffeina sono pericolosi e niente affatto “leggeri”. Un mito da sfatare al più presto perché, come sottolinea Gaetano Di Chiara, farmacologo dell’Università di Catania: «Sono moltissime le segnalazioni secondo cui la cannabis, ad esempio, è il primo passo verso droghe più temibili, perché spesso chi vende il fumo vende anche altro (e prima o poi lo offre a i suoi clienti) e anche perché negli animali sono stati dimostrati meccanismi biologici che facilitano il passaggio dai cannabinoidi ad altre sostanze d’abuso. Spesso si tratta dell’ecstasy, droga potente e pericolosissima, perché, come le amfetamine da cui deriva, può essere tossica sul cervello danneggiando direttamente i neuroni. Un rischio ancora più concreto se all’ecstasy si associa la caffeina, presente in quantità in molti drink che accompagnano le serate dei ragazzi».

PSICOSTIMOLANTI - Le anfetamine fanno parte di una categoria, gli psicostimolanti, su cui si addensano non poche leggende metropolitane: molte vengono usate dai ragazzi in vista degli esami, corroborate da robuste dosi di caffè, per “rendere di più”. Sono chiamate stimolanti cognitivi, ma, anche qui, si tratta di un equivoco: «A oggi non conosciamo nessun farmaco davvero in grado di aumentare le performance del cervello in un soggetto normale, in condizioni basali - spiega Di Chiara -. In altri termini, gli psicostimolanti aumentano l’allerta e riducono il senso di fatica, riportando a una prestazione decente una persona altrimenti morta di sonno e di stanchezza: aiutano a tirare tardi e a studiare a più non posso, ma non migliorano un bel niente. Anche perché si può fare mattina sui libri, ma se si arriva all’esame in fase calante, perché è finito l’effetto dei farmaci, il rendimento resta inferiore. Senza contare il prezzo da pagare per queste abitudini rischiose: pure gli psicostimolanti possono dare dipendenza e in astinenza i sintomi sono particolarmente pesanti. Il tono dell’umore crolla. Non a caso, fra i giovanissimi si inverte il rapporto maschi/femmine in relazione alla depressione: nelle diverse età è un problema più frequente nelle donne, salvo attorno ai vent’anni, periodo della vita in cui sono i maschi a soffrirne di più, proprio perché più delle loro coetanee fanno uso di psicostimolanti e droghe in genere».

SERVE IL SONNO - Inoltre, usare psicostimolanti fa male anche solo per il fatto che priva del sonno e del riposo di cui il cervello ha bisogno per funzionare al meglio, come spiega Federica Provini, neurologa del Centro di Medicina del Sonno dell’Università di Bologna: «Sono molti i farmaci attivi sul sistema nervoso centrale assunti per ridurre la necessità di sonno nell’illusione di “rendere” di più. Negli ultimi anni la spinta a una società iperattiva 24 ore su 24 è stata sempre più forte, ma ora la tendenza si sta invertendo anche negli Usa, dove in passato c’è stata assai più apertura verso farmaci per potenziare le attività cognitive. Ciò che ne fa le spese infatti è spesso proprio un buon sonno, da molti ritenuto una perdita di tempo. Invece, il nostro cervello per funzionare bene ha bisogno di riposare a sufficienza: spingerlo oltre il limite fa soltanto male».

http://www.corriere.it/salute/neuroscienze/13_ottobre_18/illusorie-pillole-il-cervello-e9b9b376-37f7-11e3-91d2-925f0f42e180.shtml

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)