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Università di Exeter: un'anomalia cerebrale dietro l'anoressia

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Un’anomalia cerebrale dietro l’anoressia

Uno studio suggerisce che il più noto dei disturbi dell’alimentazione, l’anoressia, potrebbe essere causato da anomalie cerebrali
Dietro al diffuso e pericoloso fenomeno anoressia potrebbe esserci un difetto nel cervello, suggerisce uno nuovo studio.

L’anoressia nervosa è considerata ormai una vera e propria malattia, più che un “semplice” disturbo dell’alimentazione. Lo è perché, come sappiamo, al pari di altre può essere mortale.
Colpisce in prevalenza le giovani donne, ma non risparmia gli adulti (anche maschi).
Lo studio, coordinato dal professor Brian Lask del Great Ormond Street Children’s Hospital (UK) potrebbe aprire le porte a un nuovo approccio e trattamento dell’anoressia.

Il professor Lask, insieme ai ricercatori dell’Università di Exeter, ha coinvolto in questo innovativo approccio di studio otto giovani ragazze affette da anoressia nervosa.
I risultati completi della ricerca sono stati pubblicati su Medical Hypothesis e riportano quanto ottenuto per mezzo di nuove, potenti tecniche di scansione cerebrale per immagini o MRI.
La prima evidenza è stata che le ragazze affette dall’anoressia mostravano un cattivo funzionamento di un’area cerebrale chiamata “Insula”.
L’insula è l’area del cervello preposta proprio al controllo e gestione dell’immagine di sé, del proprio corpo, nonché dell’ansia e lo stimolo a mangiare.

«Crediamo vi siano sottili problemi nello sviluppo cerebrale precoce che rendono i pazienti a rischio di anoressia – spiega il dottor Ian Frampton, coautore dello studio – Abbiamo bisogno di riesaminare altri problemi di salute mentale».
La ricerca ha anche sottolineato che questo “difetto” nel cervello persisteva anche dopo che la persona aveva recuperato il proprio peso corporeo, suggerendo che con tutta probabilità il problema esisteva già prima che la persona sviluppasse la malattia.
Secondo quanto emerso dallo studio, fino a un terzo delle persone con anoressia nervosa sono condizionate da questo difetto.
Il fatto che vi siano molte ricadute (circa il 40 percento dei pazienti) e altri problemi può essere dovuto ad altre cause biologiche che interessano sempre il cervello, ipotizzano gli autori dello studio – suggerendo che il problema risiede dunque in un difetto cerebrale. Queste cause sono anche quelle che interessano i restanti due terzi delle persone con anoressia nervosa.

«[I malati di anoressia] sono predisposti a fallire perché il guasto è lì nel loro cervello – aggiunge Frampton – Non si può curare facilmente le persone se c’è un difetto attivo».
Questa presa di coscienza potrebbe davvero modificare, se non addirittura rivoluzionare l’approccio al problema.
«La scoperta delle differenze nell’insula comincia a spiegare perché le anoressiche si comportano in quel modo. Non tutti gli adolescenti sono suscettibili a una dieta eccessiva. Lo è solo chi ha questo difetto biologico», conclude il dottor Frampton

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)