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Università di Manchester: nuova sostanza "spegni-appetito" per combattere la dipendenza da cibo

Università di Manchester: nuova sostanza “spegni-appetito” per combattere la dipendenza da cibo

Camilla Buffoli
Addio chili di troppo e rischio obesità? Forse per il congedo definitivo da ogni pericolo è troppo presto, ma la nuova

scoperta potrebbe rappresentare un passo importante e, soprattutto, nella giusta direzione. Gli scienziati della Manchester

University hanno individuato una sostanza alleata della linea, l'emopressina, che viene prodotta naturalmente dal corpo umano

e potrebbe essere in grado di ridurre l'appetito.
Una scoperta davvero importante, soprattutto perchè potrebbe portare alla formulazione di nuovi farmaci contro l'obesità,

efficaci per "spegnere" l'appetito, sfruttando le proprietà di questa sostanza naturale al 100%. Lo studio inglese,

pubblicato sulle pagine della rivista Neuroscience fa ben sperare: i ricercatori sono partiti da una tesi iniziale piuttosto

semplice, cioè che le persone siano spinte a mangiare, a ingerire cibo, non sempre per vero appetito, fame, ma molto spesso

solo per il piacere di farlo e hanno scoperto l'azione di questa sostanza. L'emopressina interessa i centri di ricompensa

presenti all'interno del cervello, che si attivano quando si mangia qualcosa con gusto e soddisfazione.
Lo stesso principio di piacere e ricompensa vale per altri vizi ancora meno salutari del cibo, come quello dell'alcol o del

fumo: anche quando si accende una "bionda" o si alza troppo il gomito, concedendosi qualche bicchiere di alcol di troppo,

questo meccanismo si innesta, scatenando la rezione positiva e, di conseguenza, stimolando la voglia di rifarlo.
Lo studio, ancora in fase sperimentale, ha evidenziato risultati positivi sui topolini. Infatti, dai test condotti in

laboratorio, l'emopressina è risultata in grado di inibire le aree cerebrali coinvolte in questo strano meccanismo di

ricompensa, soddisfazione e, di conseguenza, di ridurre la fame, vera o presunta.