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Università di Pittsburgh: la musica rap spinge all'alcol i teen-ager (?!)

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La musica rap spinge all'alcol i teen-ager

I molti riferimenti agli alcolici nei pezzi di musica rap fanno effetto sugli ascoltatori teen-ager, aumentando il loro consumo di spiriti in

bottiglia.
L'accusa arriva da una ricerca dell'Università di Pittsburgh (USA), diretta dal dottor Brian Primack e pubblicata su "Addiction".
Il gruppo di studiosi ha selezionato 793 brani (rap, r&b, hip hop), tutti piazzati nelle classifiche d'ascolto negli USA nel biennio 2005-

2007.
Il controllo dei test ha mostrato come il 25% delle canzoni citassero palesemente il nome di almeno un liquore ed, in 60 minuti di ascolto, i

nomi di alcolici vengono fuori 3,4 volte di media.
A peggiorare la cosa, l'associazione (esplicita o meno) tra l'alcol ed altri concetti apprezzati dai giovani, come la ricchezza (63,4%), il

sesso (58,55%), gli oggetti di lusso (51,2%), le feste (48,85), le droghe (43,9%) e le belle macchine (39%).
Infine, la sponsorizzazione palese. Il team di Pittsburgh ricorda come alcuni cantanti hanno legato la propria voce e la propria immagine a

drink alcolici.
Ad esempio, Snoop Dogg ha promosso il Landy Cognac (2008) e Sean "P. Diddy" Combs la Ciroc Vodka. In alcuni casi, il legame è col brano. Nel 2002, Busta Rhymes P. Diddy hanno registrato "Pass the Courvoisier", nel cui video compariva Mr.T dell'A-Team e del Cognac. Risultato, le vendite della bevanda sono salite del 18,9%.
Secondo le statistiche, l'adolescente medio USA ascolta 2,5 ore al giorno di musica: questo, unito alla maggiore sensibilità per i messaggi

pubblicitari, lo rende più soggetti al passaggio dalla passione per il rap alla passione per la bottiglia.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)