Università di Torino: infarti in calo grazie al divieto di fumo nei locali pubblici
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Infarti in calo grazie al divieto di fumo nei locali pubblici
Nel gennaio 2005 l'Italia è stato il terzo paese europeo ad introdurre il divieto di fumo nei luoghi pubblici. Questo
provvedimento atto a ridurre l'esposizione al fumo passivo, ha comportato un comprovato calo del numero di eventi coronarici
acuti nella popolazione generale. Un team tutto italiano, guidato dal prof. Barone-Adesi dell'Università di Torino, ha
condotto uno studio sul territorio nazionale, pubblicato sulla rivista Plos One, per quantificare il calo dei ricoveri per
infarto nell'intervallo di tempo trascorso tra il 2002 ed il 2006 e ha indagato gli effetti dell'entrata in vigore della
norma anche sui giovani, considerando il fumo un fattore molto presente nei locali notturni. Grazie al Database Nazionale dei
Congedi Ospedalieri è stato possibile contare un totale di circa 930 mila ricoveri per infarto, ed analizzare i dati per
individuare gli eventi che si erano verificati prima e dopo l'entrata in vigore del bando.
La raccolta dei dati è stata suddivisa a seconda delle fasce d'età e delle zone geografiche, per le 20 regioni italiane. Ne è
emerso per il periodo successivo al divieto di fumare nei locali pubblici, un calo pari al 4% dei ricoveri per infarto per le
persone con meno di 70 anni mentre nessuna variazione è stata registrata tra gli over 70.
L'impatto quindi dell'introduzione del divieto di fumo nei locali pubblici sembra essere uno degli elementi che maggiormente
hanno contribuito a migliorare la salute pubblica, riducendo l'esposizione della popolazione al fumo passivo e prevenendo le
malattie cardiovascolari.