Università di Washington: obesità e alcolismo, cause ambientali ed ereditarie da monitorare
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La piaga dell'obesità è salita negli Stati Uniti dal 15% del 1970 al 33% del 2004. Tra le varie cause che portano all'
obesità, i ricercatori dell'Università di Washington (USA), hanno rilevato un elevato rischio di correlazione tra l'alcolismo
e l'obesità. In particolare, lo studio pubblicato sulla rivista Archives of General Psychiatry, ha voluto indagare l'
eventuale presenza di alcolisti in famiglia e capire se poteva predire il rischio di obesità.
Il campione per analizzare questa correlazione è stato tratto da quattro sondaggi nazionali compiuti negli Stati Uniti: il
National Longitudinal Alcohol Epidemiologic Survey del ‘91 e del ‘92 e il National Epidemiologic Survey on Alcohol and
Related Conditions del 2001 e del 2002 per un bacino complessivo di utenti pari a circa 80 mila individui. Tra questi sono
stati selezionati coloro che avevano dichiarato un peso rientrante nei parametri dell'obesità (indice di massa corporea
maggiore di 30) e che avevano dichiarato una storia familiare con precedenti di alcolismo.
Le donne intervistate nel 2001 e 2002 con storie familiari segnate da problemi di alcolismo mostravano quasi il 50% di
probabilità in più di diventare obese rispetto alle donne che non avevano vissuto quel problema. Un aumento considerevole
paragonato ai risultati dei sondaggi effettuati negli anni Novanta. Anche negli uomini è stata rilevata un'associazione tra i
due fattori, ma non così marcata come nelle donne.
La natura del legame tra alcolismo e obesità, secondo il dott. Gruzca, prima firma dello studio, potrebbe essere legata oltre
che a fattori genetici, anche a cambiamenti di tipo ambientale Gruzca infatti spiega che esiste una notevole letteratura
scientifica sui cibi iper-saporiti e gustosi e sulla loro capacità di creare dipendenza nelle persone. Sarebbe proprio
l'aumento della presenza di questi cibi sul mercato, secondo Gruzca, ad aver provocato un aumento dell'obesità negli USA
negli ultimi 15 anni, per la loro capacità di agire sulle aree di ricompensa del cervello, le stesse interessate da
dipendenze quali quella per l'alcol o per la droga, innescando vere e proprie forme di dipendenza da cibi non sani.
L'invito di Gruzca è quello di ampliare il dialogo tra i ricercatori dei vari settori, soprattutto quello delle dipendenze e
dello studio dell'obesità