338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Università di Yale: il cibo può creare dipendenza?

Università di Yale: il cibo può creare dipendenza?

Il cibo crea dipendenza?

Alcuni studi confermano che basta il solo pensiero del cibo ad attivare strani meccanismi celebrali simili a quelle di alcol e stupefacenti


Il cibo può creare dipendenza? A quanto pare sì. E diversi studiosi lo confermano o stanno cercando di capirci qualcosa in più, come nel caso dei ricercatori dell’Università di Yale.


Gli esperti del campus più famoso tra gli yankee hanno elaborato un test online per capire in che modo il rapporto col cibo può davvero diventare malato. I risultati sono utili anche per chi effettua il test per riconoscere le proprie debolezze e affrontare le crisi di astinenza. Perché di queste si parla sempre più spesso, di crisi di astinenza. Le stesse vissute da chi fa uso di droghe e non riesce a smettere.

Gli obesi i più a rischio

Per chi è sovrappeso oppure obeso, il solo pensiero di un alimento goloso è capace di attivare circuiti celebrali connessi alla gratificazione. Lo sostiene uno studio in sinergia tra ricercatori di Granada, in Spagna, e quelli australiani di Melbourne. In pratica la tendenza a volere cibo può essere impressa a livello cerebrale nei pazienti con qualche chilo di troppo (dunque i normopeso sono esclusi), diventando un biomarcatore funzionale del cervello. E qualcosa di simile avverrebbe con alcol e stupefacenti. Le connessioni nervose alterate da questo meccanismo, quindi, sarebbero correlate a un maggior rischio di accumulare chili, creando un vero e proprio circolo vizioso.


La ricerca

Si tratta del primo test condotto sull’uomo (e sulla donna): alcuni volontari normopeso o sovrappeso, dopo aver mangiato, sono stati sottoposti a risonanza magnetica mentre venivano mostrate fotografie di cibo di qualsiasi genere, con delle aree del cervello di conseguenza attive monitorate in modo particolare. In questo modo si è osservato che il peso in eccesso è in grado di sviluppare più del normale le connessioni fra il nucleo dorsale caudato e la corteccia somatosensoriale. “Entrambe le aree sono implicate nei circuiti della gratificazione coinvolti nelle dipendenze -spiega il coordinatore dello studio, Oren Contreras-Rodriguez-, oltre che nella valutazione del contenuto energetico dei cibi. In chi è normopeso, invece, le aree cerebrali che mostrano una maggior connessione sono altre e non associate ai meccanismi della ricompensa”. Insomma, nel cervello di chi ha problemi con la bilancia il cibo è in grado di attivare in modo diverso le aree di gratificazione, stimolando  un appetito verso alimenti non leggerissimi, difficile da fermare. Col rischio astinenza dietro l’angolo.

(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.lacucinaitaliana.it/news/salute-e-nutrizione/il-cibo-crea-dipendenza/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)