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Università Tor Vergata: effetti dell'interazione gene-dieta sulla salute

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Vino, alleato della salute?
L'Università Tor Vergata è alla ricerca del gene che dimostri effettivi benefici vino


Roma -. L'interazione gene-dieta potrebbe giocare un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella protezione contro patologie cronico- degenerative. L'obiettivo della ricerca Vinsalut, condotta da Antonino De Lorenzo e da Laura Di Renzo dell'Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Sezione di Nutrizione Clinica e Nutrigenomica, e da Diego Tomasi, del Centro di Ricerca in Agricoltura Cra-vitivinicolo di Conegliano, è quello di indagare come alcuni componenti presenti nel vino possano regolare l'espressione dei geni coinvolti nei principali processi fisio-patologici e "identificare quindi alcuni nutrienti come preventivi nei confronti di malattie cronico-degenerative". "Il crescente interesse dei consumatori verso la salubrità e la qualità degli alimenti ha indotto la Commissione Europea e, sul piano nazionale, il ministero della Salute a considerare come priorità strategica il raggiungimento degli standard più elevati possibili di sicurezza alimentare", ricordano i ricercatori in una nota. I primi risultati di Vinsalut verranno presentati da Di Renzo nella manifestazione Solovino, venerdì 31 maggio presso il Centro per la Cultura del Vino I Lecci, Montespertoli (Firenze). Il progetto punta anche a tracciare il vino dal campo alla tavola, fino agli effetti nutrigenomici sul consumatore, fornendo una certificazione ad hoc. "Partendo da una innovativa gestione del vigneto, passando per opportune pratiche enologiche per arrivare al consumatore finale, si vuole indagare tutto il percorso produttivo articolando precise informazioni da inserire in una etichetta nutrizionale che riporti i nuovi valori qualitativi del vino e informi così correttamente e compiutamente il consumatore sulle proprietà antiossidanti e benefiche del vino a fini salutistici", osserva Di Renzo, specialista in Scienza dell'alimentazione. Se un bicchiere di vino fa bene, specialmente se rosso, dobbiamo considerare però il tipo di pasto che accompagna. "Il lavoro - continua Di Renzo - è quello di identificare i cambiamenti nel profilo di espressione di 252 geni legati all'effetto benefico del vino, in relazione a due differenti regimi dietetici, uno naturalmente ricco di sostanze antiossidanti quale quello adeguato alla dieta mediterranea, l'altro ad alto contenuto lipidico". Gli effetti sulla salute osservati in vitro e in modelli animali sono stati parzialmente confermati nei soggetti umani. I biomarker interessati in maniera significativa negli studi legati al vino rosso sono: effetto antiossidante, effetti anti-trombotici, effetti sulla funzione vascolare e anti-infiammatori.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)