Università di Bologna: sonnambulismo e consumo di alcolici
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Il signor G. passeggia con il cane al guinzaglio in un parco di Milano. È un professionista affermato, elegante nel suo pigiama a righe mentre, dopo mezzanotte e a piedi nudi, torna verso casa portato dal cane che conosce la strada a memoria. È un sonnambulo.
Il signor Gesuino invece sogna di essere aggredito da un ladro, si tuffa dal letto e si rompe il naso. Poi aggredisce sua moglie nel letto due volte: la prima lei riesce a svegliarlo con dolcezza, la seconda gli tira un pugno in faccia, lui si sveglia e piange. Il suo è un caso di Rbd (Rem sleep behaviour disorder): disturbi comportamentali del sonno Rem, la fase in cui si sogna.
La signora Luisa viene svegliata di notte dal marito quasi sessantenne: nel dormiveglia lei pensa a un'aggressione, poi riconosce il suo uomo, immagina passioni offuscate dall'abitudine e improvvisamente risvegliate... ma la gioia si spegne subito, scopre che lui sta russando. Dorme, chissà cosa e chi sogna. È un caso di sexomnia.
Sono disturbi del sonno, a volte innocui, a volte possono portare alla tragedia. In molte famiglie si parla del sonnambulismo dei ragazzi, che tocca il 5-6 per cento della popolazione e di solito sparisce verso i 16 anni, del vecchio zio recuperato in pigiama sul balcone o del bambino che brontola nel sonno. Nella maggior parte dei casi tutto si riduce a una passeggiata nei corridoi di casa. Però ci sono anche giovani che cadono dalle finestre. E nessuno parla di urla di angoscia nella notte, o di mogli prese a cazzotti nel letto.
A volte la violenza non si può nascondere, come è successo al 59enne gallese Brian Thomas: nel luglio del 2008, nel loro camper, strangolò nel sonno l'amata moglie Christine, pensando di essere stato aggredito da una banda di balordi. Il tribunale di Swansea lo scorso novembre lo ha assolto, perché la difesa ha dimostrato che in quel momento Thomas era sonnambulo e non controllava i suoi gesti. Lui stesso, al risveglio, aveva avvisato la polizia. In vacanza aveva sospeso le cure per il sonno e il Parkinson, perché lo rendevano impotente. Insomma, una tragedia che si poteva evitare.
Questo pericolo privato spesso, per vergogna o ignoranza, resta nascosto sino a quando non succede qualcosa di grave. Giuseppe Plazzi, responsabile del laboratorio del sonno nel dipartimento di scienze neurologiche all'Università di Bologna, conferma che solo da qualche decennio la scienza ha classificato queste malattie, consentendo così di chiarire vicende che in passato avevano come unico sbocco il manicomio criminale.
Plazzi ricorda il caso di un tifoso di calcio che si era addormentato allo stadio durante una partita e aveva picchiato un poliziotto che lo aveva svegliato. «L'uomo era stato arrestato e condannato a tre anni di carcere. Scontata la pena, i medici avevano scoperto che soffriva di parasonnia, in particolare di epilessia notturna, con reazioni violente ma inconsce contro chi cercava di svegliarlo durante le crisi». Malattia individuata grazie alla videopolisonnografia, che consiste nel filmare il sonno di un paziente al quale sono stati applicati elettrodi per affiancare al video il tracciato dell'elettroencefalogramma. Le malattie del sonno, una volta individuate, possono essere curate.
Due pazienti di Plazzi, Gesuino Pibiri e Giuseppe Pierino, affetti da Rbd, hanno deciso di raccontare la loro esperienza a Panorama. «Perché» spiega Pierino «è bene si sappia che da questa situazione si può uscire. Io ho avuto molta paura: se può servire ad aiutare qualcuno che sta male, è giusto parlarne».
Pierino, 45 anni, fa il calzolaio a Voltri, Genova ovest: è un uomo tranquillo, 23 anni di matrimonio con Rita, un figlio maggiorenne, un negozio avviato. Una vita serena sino a quando, un anno e mezzo fa, sogna di essere aggredito da un ladro. «Mi sono tuffato dal letto e mi sono svegliato ridendo. Anche mia moglie rideva, non mi ero fatto niente».
La seconda volta è più dura: si lancia dal letto e, quando la moglie lo chiama per svegliarlo, lui tira una testata contro il pavimento e si rompe il naso.
A luglio la situazione si aggrava, sogna un aereo da turismo che precipita contro la sua casa, urla, scalcia, tira pugni al vento. La sera sua moglie gli mette un materassino accanto al letto, così se si tuffa non si fa male. Ma Pierino è avvilito, anzi di più: è terrorizzato, una notte afferra un braccio della moglie mentre sogna di combattere con un soldato, le lascia un livido scuro.
Pierino è sempre stanco, ha paura ogni volta che si addormenta. Ma la moglie resta accanto a lui, litiga con tutti i medici della Liguria fino a quando non scopre il Centro del sonno di Bologna. Plazzi lo prende in cura, gli fa passare due notti in laboratorio a Cesena, pieno di elettrodi e ripreso da una telecamera. La diagnosi è disturbi comportamentali del sonno Rem (Rbd).
Il sonno Rem (Rapid eyes movement) è quello delle prime ore del mattino, in cui, normalmente, i muscoli sono atonici, immobili. Invece, nei casi di Rbd, il meccanismo che stacca il corpo dal cervello non funziona, si vivono le esperienze che stanno sognando. Un Avatar che diventa realtà, il film di James Cameron vissuto in diretta.
Ne sa qualcosa Pibiri: 63 anni ben portati, di origine sarda, dopo un'infanzia dura crea un'azienda alle porte di Bologna che produce protesi ortopediche e pezzi speciali per prototipi di moto. Sposato, due figlie, una vita felice sino a sette anni fa, quando una notte sogna «la Morte: vestita di nero, con la falce, viene verso di me. Sentivo il letto che si alzava e io ero paralizzato». Poi anche lui ha iniziato a muoversi nel sonno, a tuffarsi dal letto e per due volte ha preso la moglie al collo pensando di lottare con un ladro.
«Sono molto preoccupato. Pensi che ho anche un camper, come quel gallese che ha ucciso la moglie» racconta Pibiri. In ufficio l'imprenditore ha un amuleto che la figlia gli ha portato dalla Florida. Ma lo sa che è un acchiappasogni? Gli indiani navajos li appendono in casa per catturare i sogni degli spiriti maligni e lasciare liberi quelli buoni. No, Pibiri non lo sapeva, giura che lo porterà in camera da letto, con le gocce che piano piano lo stanno riportando a una vita normale.
La malattia Rbd colpisce quasi sempre gli uomini: «I primi sintomi appaiono dopo i 50 anni» spiega Luigi Ferini-Strambi, direttore del Centro di medicina del sonno al San Raffaele di Milano. «Nel 90 per cento dei casi si tratta di uomini. Si pensava che ciò fosse dovuto ad aspetti ormonali, ma questa ipotesi è stata poi esclusa. La frequenza degli episodi può andare da uno ogni 10-15 giorni a più attacchi per notte. E, curiosamente, nei sogni di questi soggetti ci sono spesso animali».
La Rbd, spiega l'esperto, «può essere il preavviso del futuro insorgere di malattie neurodegenerative: nel 40 per cento dei casi è il prologo di sindromi come il Parkinson». Ma una volta individuata, può essere tenuta sotto controllo, con medicine ansiolitiche e miorilassanti. Insomma, si tiene tranquillo il paziente, per evitare che viva fisicamente i propri sogni.
Le persone afflitte da questi disturbi quando vengono svegliate si rendono conto di quello che hanno fatto e spesso se ne vergognano; mentre i sonnambuli, che vivono le loro esperienze nelle prime ore del sonno, quello più profondo della fase non Rem, se risvegliati sono confusi, non ricordano nulla e possono avere reazioni violente.
«Per i ragazzi» spiega Plazzi «più che di cure bisogna parlare di precauzioni: niente letti a castello, finestre ben chiuse, chiavi di casa nascoste». Diverso è il discorso per gli adulti: «L'abuso di alcol o la privazione di sonno possono facilitare il sonnambulismo» spiega il docente bolognese, ricordando due casi scolastici della disciplina.
Quello di Ted Faber, un commercialista di Chicago che travolse e uccise con la sua macchina Jodie Kerr, una ragazza che gli aveva chiesto un passaggio: quando la vittima e una sua amica lo avevano svegliato mentre dormiva in macchina, l'uomo si era allontanato velocemente e poi era tornato indietro per investirle. La polizia lo trovò a pochi chilometri, di nuovo addormentato ai bordi della strada, e lui non ricordava nulla. La difesa provò il suo sonnambulismo e l'uomo fu assolto.
Ma il caso più eclatante è quello di Kenneth Park, un giovane di 23 anni che nel 1987, a Toronto, in Canada, dopo avere bevuto ed essersi addormentato davanti alla tv guardando un film violento, si vestì, prese l'auto, percorse 23 chilometri, uccise a colpi di coltello la suocera e ferì il suocero. Quando, arrivato a casa, si svegliò e si trovò pieno di sangue, chiamò la polizia e disse: «Ho ucciso qualcuno, ma non so chi». Processato, anche lui fu assolto per sonnambulismo.
Certo, visto da qui fa un certo effetto, ma a quanto pare le vie del sonno sono infinite. Come quella della sexomnia riportata dalla stampa australiana qualche anno fa. Una coppia trovava nel giardino di casa un mare di preservativi e non riusciva a capire perché. Poi una notte il marito fu svegliato da alcuni rumori. La moglie non era a letto, ma tra l'erba in compagnia di un aitante camionista. Venne fuori che da qualche tempo la signora di notte se ne andava in giro nei bar del quartiere dove rimorchiava partner occasionali.
In Australia il caso fu classificato come disturbo del sonno. Difficile crederci, sorride Ferini-Strambi: «Quando il comportamento è così prolungato, forse il problema attiene più alla morale che alla sfera del sonno»