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University of East London: consumo di ecstasy in gravidanza e danni al feto

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L'ecstasy ha gravi effetti sul feto

Si parla spesso di MDMA, il nome scientifico dell’ecstasy (il cui principio attivo è la metilendiossimetaanfetamina), a proposito di sballo

giovanile. È deceduto recentemente un minorenne per essersi “calato” una pastiglia di troppo , ma la coloratissima pasticca non miete vittime solo tra i ragazzi nelle discoteche o ai rave e ci sono anche donne in dolce attesa (magari giovanissime) che ne fanno uso. Un team inglese ha voluto per la prima volta dimostrarne i plausibili, ma fina ad ora mai provati, effetti negativi sullo sviluppo del feto.

COMPARAZIONE - L’équipe, formata dalla Case Western Reserve University School of Medicine in collaborazione con la University of East London(UEL) e la Swansea University britanniche, ha comparato, al momento della nascita e a quattro mesi di vita, alcuni neonati le cui madriavevano assunto lo stupefacente in gravidanza con un campione di bambini “normali”. Confrontando i dati è risultato che i figli delle giovani consumatrici di ecstasy erano con maggior frequenza di sesso maschile e presentavano deficit del movimento e della capacità di coordinazione.

LO STUDIO – In sostanza l’assunzione della droga chimica influenzerebbe il genere secondo lo studio che ha coinvolto un campione di 96

persone ed è stato pubblicato sul giornale Neurotoxicology and Teratology. Inoltre la pastiglia eserciterebbe un impatto molto significativo

sulla deambulazione e sulle capacità di coordinazione dei piccoli, in particolare nel movimento oculare e delle mani, nel bilanciare la testa

e nel sedersi senza alcun supporto. Lo sottolinea Derek Moore, professore di psicologia alla UEL, aggiungendo che si ipotizzano anche altri

effetti collaterali a lungo termine, come una riduzione delle capacità mnemoniche e di apprendimento e persino dello sviluppo emotivo (gli

autori dello studio continueranno a monitorare i bambini fino all’età di 18 mesi). Andy Parrott, della University of Swansea, evidenzia come

l’impatto dell’ecstasy sul feto sia gravissimo, ma non sorprendente. «Questa droga può ridurre infatti il livello di serotonina che è un

importante neurotrasmettitore ed è cruciale per una serie di funzioni cerebrali che comprendono il controllo motorio, ma anche la regolazione

dell’umore e del sonno».

LA PASTICCA DEI RAVE – I danni della droga dei rave del resto sono noti da tempo e non può stupire che si ripercuotano anche sul feto della madre che ne fa uso. In particolare è nota l’azione di questo stupefacente sulla serotonina. La sostanza danneggia i neuroni cosiddetti serotoninergici, compromettendo l'abilità del cervello di integrare informazioni e emozioni. Comprensibili e prevedibili sono state le difficoltà, sia di ordine etico che di ordine pratico, nella valutazione scientifica da parte del team inglese. Spesso le giovani madri consumatrici di ecstasy sono risultate fare uso anche di altre sostanze stupefacenti, ma le utilizzatrici di questa droga hanno riportato disagi particolarmente evide ti sia per quanto riguarda la condizione lavorativa, che per quella sociale e di salute. Eppure da molti fruitori questo derivato dell’anfetamina non viene ancora percepito in tutta la sua pericolosità. Compresa qualche futura madre ancora ignara della gravidanza in corso e degli effetti dell’esposizione pre-natale all’ecstasy.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)