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University of Michigan: dalla repulsione al desiderio, uno studio Americano spiega i meccanismi del craving

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Dalla repulsione al desiderio: uno studio Americano spiega i meccanismi del craving


La fame, la sete, lo stress e le droghe possono indurre a livello cerebrale cambiamenti tali da trasformare una sensazione di repulsione in un forte desiderio, secondo i risultati di uno studio condotto presso il Dipartimento di biopsicologia dell’Università del Michigan (USA). Gli stimoli appresi legati ad una ricompensa piacevole spesso suscitano desiderio che, nei tossicodipendenti, può diventare compulsivo (craving). I risultati dello studio in questione, spiegherebbero come l’uso di sostanze può diventare impellente, nonostante la consapevolezza della persona sugli effetti nocivi e sulle conseguenze spiacevoli derivanti.
Lo studio, condotto su ratti, ha dimostrato che il craving non è attivato esclusivamente dall’associazione con stimoli gratificanti. I ricercatori hanno esaminato il comportamento dei ratti rispetto ad un dispositivo (condizionamento pavloviano) che forniva stimoli gratificanti (soluzione zuccherina) o spiacevoli (soluzione salina). Successivamente è stato indotto farmacologicamente negli animali “l’appetito per sodio” ed è stato riproposto lo stimolo salino che, questa volta, è stato percepito come piacevole. In altre parole, l’attivazione cerebrale dei circuiti mesocorticolimbici ha rimodulato lo stimolo integrando gli stimoli appresi con lo stato fisiologico e cerebrale, invertendo la forte repulsione in avida attrazione. Lo stesso meccanismo applicato alla dipendenza mostra come le trasformazioni mesocorticolimbiche correlate a stimoli piacevoli droga correlati - ad esempio, droghe e sensibilizzazione neurale - possono indurre un craving ancora più intenso. Questo meccanismo di trasformazione consente di chiarire cosa si intende dire con l’affermazione che le droghe “dirottano” i circuiti cerebrali limbici di ricompensa naturale – ha dichiarato Mike Robinson, primo autore dello studio, in una nota stampa pubblicata dall’Università.
 

 


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)