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University School of Medicine (Saint Louis): nuovo studio sul resveratrolo

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Il resveratrolo non funziona: uno studio americano boccia la famosa sostanza presente nel vino rosso

Non regge. Messo alla prova su donne sane, il resveratrolo si dimostra indistinguibile dal placebo, e quindi del tutto inefficace.


Finora la maggior parte delle ricerche su questo antiossidante è stata condotta in vitro,
su animali o su persone che avevano patologie di vario tipo, e gli effetti sono stati a volte visibili, a volte meno chiari a volte del tutto assenti.


Altri dati però sugli effetti cardiovascolari derivanti dal consumo moderato di vino rosso, hanno indotto a puntare ugualmente sul resveratrolo come potenziale agente benefico per tutta una serie di condizioni, dal diabete alle malattie cardiache, dall'invecchiamento ai tumori. Tutto ciò è avvenuto anche se sono quasi del tutto mancate ricerche specifiche condotte su persone sane che hanno assunto resveratrolo in modo preventivo.


Per questo motivo i ricercatori della University School of Medicine di Saint Louis hanno selezionato 29 donne in menopausa ,senza particolari problemi di salute, e hanno chiesto a un gruppo di prendere ogni giorno per tre mesi, 75 milligrammi di resveratrolo (quantità che si può raggiungere solo con 8 litri di vino rosso) mentre un secondo gruppo ha assunto un placebo.


Alla fine è stata misurata la sensibilità all'insulina,
che definisce il rischio di sindrome metabolica e diabete, insieme alla capacità di metabolizzare lo zucchero dei muscoli.


Oltre a ciò i ricercatori, hanno prelevato piccoli campioni di tessuto muscolare e adiposo delle partecipanti per verificare l'esistenza di un possibile effetto sul metabolismo. L'esito è stato molto deludente perchè non si è trovato nulla: in tutti i test eseguiti, l'effetto del resveratrolo sì è rivelato inesistente e indistinguibile da quello del placebo.


Ma la domanda che si pongono gli stessi autori su Cell Metabolism è: se il resveratrolo da solo non agisce in alcun modo, da cosa dipendono gli effetti collegati al consumo (moderato) di vino rosso?
Ci sono, secondo loro, almeno due possibilità: la prima è che il resveratrolo, per agire, abbia bisogno di qualche altra sostanza presente nel vino, che lo rende attivo.


In alternativa, l'agente efficace potrebbe non essere il resveratrolo ma qualche altra molecola, finora rimasta nascosta nel vino, che ne contiene a centinaia (e neppure tutte note).


«Il resveratrolo - spiega Samuel Klein, direttore del Washington University's Center for Human Nutrition
e coordinatore dello studio - è diventato popolare a causa di effetti visti su animali o in vitro, ma in realtà non c'è alcuna prova definitiva del fatto che faccia qualcosa nell'uomo. Nonostante ciò, l'anno corso negli Stati Uniti le vendite di supplementi con questa sostanza hanno raggiunto i 30 milioni di dollari».


Dopo la storia della frode scientifica perpetrata per anni dal ricercatore Dipak Das, ex direttore del Cardiovascular Research Center dell'Università del Connecticut, che per anni ha truccato i dati per far emergere azioni che non esistevano, lo studio dei ricercatori di Saint Louis sembra porre ulteriori, concreti interrogativi sulla sostanza.


Nel frattempo, alcune aziende (anche italiane) continuano a puntare tutto sulle supposte virtù,
nonostante le frequenti multe per pubblicità ingannevole comminate.


Magra consolazione, la sostanza sembra innocua, se non per il portafoglio di chi vuole credere che esso abbia virtù che - almeno per ora - non ha dimostrato di avere.


Agnese Codignola


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)