UNODC: proposto un approccio sanitario per curare la dipendenza da droga in carcere
UNODC: proposto un approccio sanitario per curare la dipendenza da droga in carcere
Fonte: UNODC
Titolo originale e autori: From coercion to cohesion. Treating drug dependence through health care, not punishment. -UNODC
A seguito dell'incontro tenutosi a Vienna nell'ottobre del 2009, il documento "From cohercion to cohesion" rilasciato
dall'UNODC (United Nations Office on Drugs and Crimes) propone una riflessione sulla possibilità di affiancare un approccio
di tipo sanitario-terapeutico alle pene giudiziarie per i tossicodipendenti. Le Convenzioni Internazionali per il Controllo
delle Sostanze Stupefacenti infatti, come si legge nel documento, conferiscono agli stati membri la flessibilità di poter
adottare simili provvedimenti.
Il modello delineato dal documento vuole tracciare alcune linee di indirizzo perché una serie di trattamenti sanitari ad hoc
venga affiancato ai vari sistemi giudiziari dei diversi paesi. Ciò trova ragione nel fatto che tali trattamenti pare si siano
rivelati, in certi casi, più efficaci dei trattamenti obbligatori in quanto meno stigmatizzanti e più positivi nei confronti
degli individui e del loro futuro reinserimento nella società.
I trattamenti sanitari proposti prevedono l'erogazione di una serie di insegnamenti e di terapie curative e di riabilitazione
ma solo su base volontaria, non obbligando, quindi i pazienti ad intraprenderle contro la propria volontà. Le recenti
scoperte scientifiche hanno dimostrato come la dipendenza da droga sia influenzata da molti fattori tra cui situazioni di
disagio sociale e personale, scarsa educazione, temperamento e personalità, disordini psichici e assenza di modelli di
riferimento. Un trattamento sanitario mirato, se accettato dall'individuo, potrebbe portare, secondo l'agenzia dell'ONU, alla
sua disintossicazione definitiva attraverso la spinta dell'auto-motivazione, evitando le ricadute sia nel breve che nel lungo
termine.
Redattore: Staff Dronet