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UNODC: Report 2010 sulla coltivazione dell'oppio in Afghanistan

UNODC: Report 2010 sulla coltivazione dell’oppio in Afghanistan

L'Afghanistan è il maggior produttore di oppio a livello mondiale. Il report realizzato dall'UNODC stima che, la coltivazione

complessiva per il 2010, sia pari a 123 mila ettari, la stessa riscontrata anche nel 2009. Il 98% della coltivazione totale

si concentra nelle regioni meridionali e occidentali, inclusi i territori più pericolosi del paese, a conferma di quanto già

verificato a partire dal 2007 e cioè che le zone meno protette sono le stesse in cui la fa da padrone lo spaccio di

stupefacenti.
La produzione totale di oppio nel 2010 si aggira sulle 3.600 tonnellate metriche, il 48% in meno dello scorso anno. Il forte

calo è dovuto, secondo il documento, alla diffusione di un'epidemia che ha infettato le piantagioni di oppio, in particolar

modo nelle aree di Hilamnd e Kandahar. L'effetto più evidente dell'epidemia è stato il calo della rendita, scesa a 29 chili

per ettaro.
Tutte e 20 le province afgane che nel 2009 risultavano essere senza coltivazione di papavero sono rimaste tali mentre, ciò

che è aumentato da un anno all'altro è il guadagno dei coltivatori di oppio, salito complessivamente in un anno da 438 a 604

milioni di dollari. Desta preoccupazione il fatto che, se i dati nel 2009 mostravano un progressivo disinteresse degli

agricoltori nella coltivazione dell'oppio, l'attuale rialzo dei prezzi accompagnato da una diminuzione del costo del grano

potrebbe motivarli a tornare a coltivare l'oppio.
Nonostante la coltivazione sia rimasta concentrata nella stessa area, quella cioè a Sud Ovest del paese, si sono verificati

alcuni spostamenti. La coltivazione è calata in alcuni dei centri più grandi come Uruzgan, Zabul, Day Kundi, Badghis e Hirat

ed è aumentata in altri (Kandahar, Farah, Nimroz). Resta invariato il fatto che, le zone dedite alla coltivazione, sono anche

quelle più controllate dalle organizzazioni criminali. Secondo L'UNODC è questo può essere dovuto ad una forte polarizzazione

del controllo nel paese, dove ad un Nord sicuro e relativamente stabile si contrappone un Sud completamente fuori legge